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Cronaca

Covid in carcere, 30 agenti positivi finora a Foggia. Di Giacomo: "Se il virus accelera i detenuti sono scoperti"

Il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria: “Se il piano vaccinale non viene portato avanti in modo più veloce, il rischio contagio potrebbe essere di grave pregiudizio all’incolumità di detenuti e poliziotti”

Allarme Covid-19 nelle carceri italiane, dove si contano positivi in aumento sia tra i detenuti che tra gli agenti di polizia penitenziaria. A Foggia, sono 30 gli agenti contagiati, il secondo dato più alto in Italia (come singolo istituto) dopo Parma e prima di Secondigliano.

"L’aumento sostanziale dei positivi nelle carceri crea molta preoccupazione soprattutto se si considera che i dati forniti dall’Amministrazione non sono completamente aggiornati, in quanto abbiamo focolai molto più estesi". A comunicarlo è Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP.: “L’aumento costante di positivi nell’ultimo periodo preoccupa e non poco, perché rispetto a qualche mese fa il numero di istituti con focolai estesi è cresciuto in maniera ampia. I detenuti contagiati sono saliti a 823 di cui 17 ricoverati. La regione più colpita è l’Emilia Romagna con 194 casi di detenuti positivi (due giorni fa 159), mentre gli istituti più colpiti sono quelli di Reggio Emilia con 109, Catanzaro con 71 (ma da fonti dei sindacati locali ne risultano più di 119 e 25 agenti), Padova 65, Asti con 69 (ultimi dati 51) e Rebibbia Femminile 56".

"Per quanto riguarda i poliziotti penitenziari la regione con più infetti è l’Emilia Romagna con 109 positivi; mentre gli istituti con più poliziotti penitenziari contagiati sono quelli di Parma con 48, Foggia con 30, Secondigliano con 24, Reggio Emilia e Lecce con 21. Il piano vaccinale continua con difficoltà - continua - soprattutto tra i detenuti di cui vaccinati solo 6356 su 54000, mentre i poliziotti penitenziari avviati alla prima somministrazione sono 15155".

"Siamo molto preoccupati perché se il virus dovesse accelerare troverebbe quasi tutta la totalità dei detenuti ancora non vaccinati; abbiamo sollecitato il Ministero della Salute e il Ministero della Giustizia per velocizzare la somministrazione dei vaccini ma soprattutto di utilizzare il vaccino Johnson & Johnson per colmare il gap consentendo di immunizzare più detenuti possibili con una sola somministrazione”. Conclude Di Giacomo: “Se il piano vaccinale non viene portato avanti in modo più veloce, il rischio contagio potrebbe essere di grave pregiudizio all’incolumità di detenuti e poliziotti,”.

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