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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Clan in guerra e sete di vendetta: "Vai, schiaffagli due botte a quello", 4 condanne nella 'Società' per tre tentati omicidio

La sentenza del gup Marco Galesi ha condannato, rispettivamente, a 20 anni di reclusione Gianfranco Bruno e Giuseppe Ricco, e a 14 anni di reclusione Antonio Bruno e Antonio Carmine Piscitelli. Rispondono a vario titolo di tentato omicidio, detenzione e porto d'arma e di due episodi di ricettazione

Condanne pesanti, da 14 a 20 anni a testa, per 68 anni di carcere complessivi. E' quanto deciso dal gup Marco Galesi, all'esito della camera di consiglio, che ha emesso una sentenza di condanna nell'ambito di un processo definito con rito abbreviato relativi ad una serie di tentativi di omicidi avvenuti a Foggia il 16, il 23 e il 26 gennaio 2019, oggetto di una attività di indagine svolta dalla D.D.A. di Bari, a seguito della trasmissione degli atti dalla Procura della Repubblica di Foggia.

Gli  imputati  del  processo,  tutti  detenuti  (a  far  data  dal  04.02.2019  per  i  tentati  omicidi). Sono Gianfranco Bruno, "alias primitivo", classe 1978, Antonio Bruno, classe 1997, Antonio Carmine Piscitelli, classe 1982 e Giuseppe Ricco, di Margherita di Savoia, classe 1964. Gli  stessi  sono  stati  riconosciuti  colpevoli  di  tutti  i  delitti  loro  contestati ,  e  condannati, rispettivamente, a 20 anni di reclusione per Gianfranco Bruno e Giuseppe Ricco, e a 14 anni di reclusione per Antonio Bruno e Antonio Carmine Piscitelli.

I quattro rispondono di ben tre episodi di tentativo di omicidio, tutti aggravati dalla premeditazione e per con l'aggravante della mafiosità, essendo appartenenti della "Società Foggiana", oltre che dei  delitti di  detenzione e porto di  armi da  sparo (tra cui una pistola calibro 44 Magnum "Smith e Wesson" con matricola abrasa), nonché di due episodi di ricettazione, sempre connessa agli episodi in trattazione. Per Bruno Gianfranco e Ricco c'è stata la contestazione della  recidiva reiterata specifica (infraquinquennale per Ricco).

L'attività di indagine è stata svolta attraverso attività tecniche (intercettazioni telefoniche, ambientali e gps installati sulle vetture) e videoriprese effettuate con le telecamere poste davanti alle abitazioni di interesse investigativo e nei luoghi frequentati dal consesso criminale. La base logistica del gruppo criminale era rappresentata da un casolare posto alla periferia di Foggia, in località Sprecacenere, che veniva raggiunto dagli imputati, costantemente monitorati, sin dalle prime luci dall'alba, a seguito di una serie di telefonate e squilli con cui si davano la sveglia prima di ogni incontro.

L'intera vicenda trae il suo antefatto in un episodio delittuoso verificatosi il 28 ottobre del 2018, nell'ambito del quale, Giuseppe Stefano Bruno (figlio di Gianfranco Bruno) e Antonio Bruno (figlio di Rodolfo Bruno, quest'ultimo assassinato a Foggia il 15.11.2018) hanno attentato alla  vita di  Antonio  Riccardo  Augusto Frascolla, detto "Antonello", (fratello di Gioacchino Frascolla), sparandogli due colpi di pistola. Tale episodio ha contribuito ad esacerbare gli animi ed i contrasti all'interno della "Società Foggiana" tra le batterie notoriamente  contrapposte dei Moretti/Pellegrino/Lanza e dei Sinesi/Francavilla.

I dialoghi captati degli imputati (che rivendicano  apertamente la loro appartenenza al clan) colpiscono per la loro carica offensiva e la sete di vendetta manifestata nei confronti dei fratelli Frascolla e di coloro che avevano lasciato solo Rodolfo Bruno, così da facilitare la sua eliminazione. In un dialogo oggetto di captazione ambientale intercorso alle prime luci dell'alba (del 26.01.2019) tra Antonio Bruno, Giuseppe Ricco e Gianfranco Bruno, quest'ultimo -parlando dell'attimo in cui Giuseppe Ricco, accompagnato da Antonio Bruno, avrebbe dovuto sparare a Gioacchino Frascolla - gli dice "Dai, avviati, fai subito, fallo girare a Gioacchino"; nel momento,  poi, in cui i locutori discutono della possibilità che la porta della abitazione (alla quale il Ricco avrebbe dovuto suonare con una scusa) potesse essere aperta da Antonello Frascolla ed alla domanda di Giuseppe Ricco se avrebbe dovuto sparare anche " a quello" , Antonio Bruno risponde "Se esce il fratello devi schiattare prima al fratello (cioè Antonello)".

Antonio Bruno continua dicendo "Vai, schiaffagli due botte a quello"; Giuseppe Ricco, parlando di Gianfranco Bruno aggiunge "Io gli voglio schiattare la testa (sparare in testa) prima di lui...però mica possiamo andare carcerati? E se quello aveva una pistola dentro? ". Tutti i dialoghi captati sono del medesimo tenore e sono assolutamente espliciti ed altamente eloquenti e significativi. Le indagini sono state coordinate dai Pubblici Ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari Filoni e Silvestris e dal Pubblico Ministero della Procura di Foggia Fini.

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