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Cronaca San Severo

Condannati a oltre 2 secoli di carcere boss e sodali di Ares, il maxi blitz che ha riconosciuto la mafia sanseverese

Le condanne dell'operazione Ares di San Severo il 6 giugno 2019

Più di due secoli di carcere – 213 anni, 4 mesi e 20 giorni - sono stati inflitti nei giorni scorsi dalla Corte d’Appello di Bari nei confronti di 33 persone della mafia di San Severo arrestate nell’ambito della maxi operazione antidroga denominata 'Ares' messa a segno dalla polizia, che il 6 giugno 2019 aveva eseguito un provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Bari, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Bari.

Diciotto anni la pena più alta, inflitta a Franco Nardino - colui che si riforniva di cocaina da Olanda, Germania e Campania - ritenuto dagli inquirenti il boss dell’omonimo clan opposto a quello dei La Piccirella-Testa, per il quale il vertice Saverino Testa ha ottenuto una riduzione di pena, fissata a 10 anni. 

Sempre nell’ambito del processo Ares celebrato presso il Tribunale di Foggia, sono stati condannati in primo grado il 64enne Vincenzo Giuseppe La Piccirella, a 30 anni di reclusione, e il 66enne di Foggia Giuseppe Spiritoso a undici anni.

Nel corso del procedimento sono state inflitte 35 condanne, cinque assoluzioni e due patteggiamenti. I soggetti coinvolti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali e tentato omicidio, aggravati dalle finalità mafiose. 

Il Tribunale, accogliendo l’impianto accusatorio formulato dai magistrati della Dda barese, aveva emesso un’ordinanza cautelare a caricodi esponenti di primo piano delle famiglie mafiose La Piccirella e Nardino, egemoni nel territorio di San Severo, di cui erano stati ricostruiti organigrammi ed interessi criminali. Appunto Giuseppe Vincenzo La Piccirella e Severino Testa,  ritenuti ai vertici del clan La Piccirella, nonché Franco e Roberto Nardino, a capo dell’omonimo clan.

Contestualmente, la Polizia di Stato aveva eseguito una seconda ordinanza cautelare emessa sempre dal Gip di Bari, su richiesta della Dda, con cui era stata applicata la custodia carceraria nei confronti di due soggetti indagati del tentato omicidio mai denunciato di Adriano Marchitto e Anna Cira Gualano, commesso  a San Severo il 4 marzo 2019, reato aggravato dal metodo mafioso. 

La vicenda traeva origine dalle indagini seguite all’omicidio di Michele Russi detto 'Coccione', avvenuto a San Severo il 24 novembre del 2018, ucciso da due ignoti sicari nella sala da barba denominata 'Li Quadri', in cui furono anche ferite altre due persone.

Il tentato duplice omicidio si collocherebbe nell’ambito delle dinamiche violente dei gruppi contrapposti per il controllo dello spaccio di stupefacenti (oltre che dell’usura, delle estorsioni e della ricettazione) in quell’area.

Con l'operazione Ares, per la prima volta è stata contestata l’associazione di tipo mafioso (articolo 416 bis) alla criminalità organizzata sanseverese.

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