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Cronaca Vieste

Mafia garganica: è definitiva la condanna del boss Raduano, ricorso inammissibile

L'operazione antimafia fu condotta dall'Arma con la DDA di Bari. Lo scorso 1° febbraio, i carabinieri hanno dato attuazione a tre ordini di carcerazione emessi dopo la dichiarazione di inammissibilità dei relativi ricorsi da parte della Suprema Corte di Cassazione

Diventano definitive alcune condanne della maxi inchiesta antimafia ‘Neve di marzo sulla mafia garganica.

Il 1° febbraio scorso i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Foggia hanno dato attuazione a tre ordini di esecuzione per la carcerazione emessi dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Corte d’Appello di Bari, dopo la dichiarazione di inammissibilità dei relativi ricorsi da parte della Suprema Corte di Cassazione.

Si tratta di alcune condanne passate in giudicato derivanti dalla maxi operazione antimafia coordinata dalla Dda di Bari, svolta dai militari dell’Arma nella città di Vieste, denominata ‘Neve di marzo’.

L'inchiesta giudiziaria, che ha consentito la disarticolazione di un sodalizio criminale operante nella città di Vieste, ha riguardato un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, aggravata dal metodo mafioso, dall’ingente quantitativo dello stupefacente smerciato e dall’impiego di armi, anche da guerra.

I provvedimenti restrittivi definitivi, eseguiti dai militari del Nucleo investigativo, si ricollegano in particolare ai primi fermi della Dda di Bari eseguiti nell’agosto 2018 ed in particolare hanno avuto come destinatari Marco Raduano, 40enne di Vieste, condannato quale figura di vertice dell’omonimo clan operante nella nota città turistica, attualmente ristretto in carcere a Nuoro, a cui è stata inflitta una condanna di 19 anni di reclusione, oltre a 3 anni di libertà vigilata quale misura di sicurezza, e Luigi Troiano, 60enne di Vieste, condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione, all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, oltre ad una multa di 18.000 euro, sempre per contestazioni di spaccio aggravato di sostanze stupefacenti.

Altra condanna pesante, inoltre, ha riguardato anche il figlio di Luigi Troiano, Gianluigi, 30enne di Vieste, considerato dagli investigatori intraneo al clan Raduano, tuttora latitante, condannato a nove anni e due mesi di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, sulle cui tracce ci sono sempre i carabinieri del Nucleo investigativo di Foggia, diretti dalla Dda di Bari, che nelle settimane scorse hanno arrestato - su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Bari - due suoi presunti fiancheggiatori, tuttora detenuti.

Sempre nell’ambito dello stesso procedimento era già stato condannato in via definitiva a tredici anni di reclusione anche Liberantonio  Azzarone, coimputato con i summenzionati destinatari degli ordini di esecuzione per la carcerazione.

"Ancora una volta, con il passaggio in giudicato di queste importanti condanne, la Direzione distrettuale antimafia di Bari e i carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia hanno dato una tangibile risposta - in termini di giustizia e sicurezza - sul territorio di Vieste ed in generale sul Gargano. L’ennesima forte testimonianza della determinata presenza dello Stato in una delicata area della provincia di Foggia permeata da insidiosi fenomeni di criminalità organizzata anche di matrice mafiosa".

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