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Cronaca Vico del Gargano

Stalker irriducibile condannato a 2 anni e 4 mesi: aveva collezionato tre arresti in un anno

La vicenda viene da Vico del Gargano, l'uomo risponderà di atti persecutori reiterati e molestie ai danni della ex compagna. Il processo si è svolto dinanzi al gup Ronzino del Tribunale di Foggia

Il Tribunale di Foggia ha condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione un uomo, di Vico del Gargano, accusato di atti persecutori reiterati e molestie ai danni della ex compagna. Il processo, celebrato nelle forme del rito abbreviato, si è svolto dinanzi al gup Giuseppe Ronzino. L’uomo, attualmente sottoposto al divieto di dimora nel comune di Vico del Gargano, aveva collezionato ben tre arresti in un anno.

La vicenda era stata raccontata negli scorsi mesi da FoggiaToday, che aveva ripercorso la lunga serie di denunce-querele presentate dalla vittima, bersagliata sia online che offline dall’uomo. La prima denuncia risale all’agosto 2020, a seguito della quale l’uomo venne sottoposto agli arresti domiciliari, cessati i quali è stata applicata l’ulteriore misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi da essa frequentati, con obbligo di tenersi ad una distanza di 300 metri in caso di incontro occasionale.

Dopo pochi mesi di tregua, però, lo stesso è tornato alla carica costringendo la donna a fare ricorso nuovamente alla denuncia: è il mese di febbraio quando presenta la seconda istanza ai carabinieri, ma il soggetto - pur essendo sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento - vìola più volte i divieti imposti, continuando, inesorabilmente, a porre in essere atti persecutori con minacce e molestie nei confronti della vittima. Così, il 25 febbraio viene sottoposto nuovamente al regime degli arresti domiciliari; scarcerato il 30 giugno, gli viene applicata la misura del divieto di avvicinamento.

Nonostante i vari procedimenti penali e le misure cautelari applicate, il soggetto non si è rassegnato, né ha posto un freno alle condotte persecutorie. Anzi, a quelle messe in atto nella vita offline, ha aggiunto quelle  online iniziando a tartassare di videochiamate la donna, utilizzando prima il suo profilo Instagram, poi creando una serie di profili-fake. Messaggi e videochiamate che si alternavano a blitz sotto casa, con inquietanti ‘scampanellate’ al citofono nel cuore della notte, le ultime delle quali udite in diretta telefonica dai carabinieri del 112, allertati per l’emergenza. Inquietante il messaggio sibillino affidato ad un mazzo di fiori: “Ti stai fidando delle persone sbagliate”, recitava il biglietto. “Dovevo essere io la persona più felice al mondo invece sto morendo dentro. Ho scritto anche alla tua bimba. Sto impazzendo”. Ora, l’incubo della donna può dirsi sospeso: la condanna del Tribunale mette un primo punto alla vicenda, le motivazioni della sentenza verranno depositate entro i canonici 90 giorni.

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