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Cronaca

Interventi chirurgici le causano paraplegia irreversibile: maxi risarcimento a una paziente, ospedali pagheranno 650mila euro

Lo ha stabilito il Tribunale di Campobasso, che ha condannato l’Asrem e la Fondazione 'Casa Sollievo della Sofferenza' di San Giovanni Rotondo, al pagamento di complessivi € 625.000. Il danno causato, e quindi la condanna, è stata posta a carico dell’Azienda Sanitaria del Molise nella misura dell’80%

Il Tribunale di Campobasso, in composizione monocratica e nella persona del giudice onorario Michele Dentale, in accoglimento della domanda avanzata da una donna residente a Trivento, assistita dagli avvocati campobassani Antonio Mancini e Michele di Lallo, ha condannato l’Asrem e la fondazione 'Casa Sollievo della Sofferenza' di San Giovanni Rotondo, al pagamento di circa 625mila euro.

Somma stabilita in 522.572,40 a titolo di risarcimento dei danni subiti dalla paziente, la quale, in conseguenza del grave peggioramento della patologia preesistente, a seguito di interventi chirurgici non esattamente adempiuti dai citati presidi ospedalieri, è incorsa in una condizione di paraplegica irreversibile, oltre ad 11.760,00 euro a titolo di danno biologico temporaneo totale, oltre interessi, imputabile alla sola struttura molisana. La condanna è stata dunque posta a carico dell’azienda sanitaria del Molise nella misura dell’80%, e della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza nella misura del 20%

La pronuncia di condanna è conseguita ad una lunga e complessa attività giudiziaria, che gli avvocati Mancini e di Lallo hanno portato avanti con successo, vedendo riconosciute le ragioni di una signora, all’epoca dei fatti 49enne che, ricoverata a causa di patologie al livello della colonna vertebrale presso il Cardarelli, nel gennaio 2007, e presso l’ospedale di San Giovanni Rotondo nel luglio 2008, è stata sottoposta ad interventi chirurgici che hanno generato un peggioramento della stenia degli arti inferiori, sino ad un quadro di completa paraplegia ipotonica.

Mediante un’accurata consulenza medico legale del prof. Antonio de Santis, i legali hanno dimostrato l’inappropriatezza dei trattamenti sanitari applicati. Con una circostanziata e ponderosa motivazione, il giudice Dentale, sulla scorta anche della perizia d’ufficio del dott. Giancarlo Caruso, ha ricostruito le tappe del calvario della paziente, pervenendo alla conclusione che l’attrice del procedimento ha provato la sussistenza di un nesso di causalità materiale tra le condizioni in cui è precipitata la paziente e la responsabilità medica dei sanitari dell’ospedale Cardarelli e della Casa di Sollievo di San Giovanni Rotondo, ossia “un plus di danno” percentualmente determinato in sentenza sulla base delle indicazioni del consulente tecnico.

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