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Cronaca

Truffava malati terminali: condannato a 9 anni l'oncologo Rizzi, 5 anni e 6 alla compagna avvocatessa

E' quanto deciso oggi,  al termine del processo celebrato con rito abbreviato, dal gup Francesco Vittorio Rinaldi, del Tribunale di Bari, che ha disposto per entrambi l'interdizione dai pubblici uffici. Condanna a 5 anni e 6 mesi e per la compagna dell'uomo, l’avvocatessa Maria Antonietta Sancipriani

Condannato a 9 anni di reclusione l'oncologo barese, Giuseppe Rizzi; 5 anni e 6 mesi e per la compagna dell'uomo, l’avvocatessa Maria Antonietta Sancipriani. E' quanto deciso oggi, al termine del processo celebrato con rito abbreviato, dal gup Francesco Vittorio Rinaldi, del Tribunale di Bari, che ha disposto per entrambi anche l'interdizione dai pubblici uffici.

Il professionista era stato arrestato nel maggio scorso, dai carabinieri, con l'accusa di concussione continuata e truffa aggravata in danno di pazienti, perlopiù malati terminali, indotti a pagare per cure spacciate come salvavita, ma del tutto inefficaci oltre che di libero accesso. Attività condotta in concorso con la compagna, titolare di un Caf che, secondo l'accusa, veniva adibito - all'occorrenza - ad ambulatorio medico.

Il caso, lo ricordiamo, è partito dalla denuncia dei familiari del foggiano Ottavio Gaggiotti, ritenuto ‘paziente zero’ dell'inchiesta: l’uomo, deceduto nel 2019, fu indotto a consegnare al professionista fino a 130mila euro nella speranza di guarire da un carcinoma definito "irreversibile" (qui i dettagli della vicenda). Il figlio dell'uomo, insospettito dal comportamento dell'oncologo - sia per le continue richieste di denaro che per l'inefficacia della cura miracolosa - iniziò a filmare gli incontri con il medico e a raccogliere materiale che è stato depositato in Procura, dando il via alle indagini. 

Nello specifico, il gup ha previsto una provvisionale pari a 180mila euro in favore della famiglia Gaggiotti.

L'INTERVISTA | "Mio padre maltrattato. Calpestata la sua dignità di uomo e di malato" 

Diciotto, nel complesso, le parti offese individuate nel procedimento a carico del medico (attualmente sospeso dall'ordine professionale) e della sua compagna, co-indagata nel medesimo procedimento. Nella sua requisitoria, il pm Quercia aveva chiesto per il professionista una condanna a 10 anni di reclusione dopo aver ripercorso, in maniera tecnica e strettamente circostanziata, il lavoro di indagine che ha portato all’arresto del professionista; le parti civili (per il caso di Foggia, gli avvocati Pio Gaudiano per Antonio Gaggiotti e Francesca e Alessandro D’Isidoro per Fabrizio Gaggiotti), invece, toccarono le corde della moralità citando San Paolo: “La brama di ricchezze è la radice di tutti i mali”.

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