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Cronaca

Omicidio al ghetto di Borgo Mezzanone: 25enne condannato a 19 anni e 6 mesi di reclusione, non riconosciuta la preterintenzionalità

Non è stata riconosciuta la tesi dell’avvocato Margherita Matrella, legale del 25enne, dell’eccesso colposo in legittima difesa e quella dell’omicidio preterintenzionale: “Mi aspettavo che quantomeno cadesse la volontarietà del fatto delittuoso"

Evans Nwafor, il nigeriano di 25 anni che la sera del 27 ottobre 2020 ha ucciso il connazionale 37enne Emeka Nwafor al culmine di un litigio scoppiato nel ghetto di Borgo Mezzanone, è stato condannato a 19 anni e sei mesi di reclusione con l’accusa di omicidio volontario. La pm Bray aveva chiesto 19 anni.

Non è stata riconosciuta la tesi dell’avvocato Margherita Matrella, legale del 25enne, dell’eccesso colposo in legittima difesa e quella dell’omicidio preterintenzionale: “Mi aspettavo che quantomeno cadesse la volontarietà del fatto delittuoso, quindi rientrassimo nel recinto della fattispecie delittuosa dell’omicidio preterintenzionale con una condanna che ai sensi del 133 del codice penale, tenesse conto della personalità del soggetto assolutamente incensurato e del fatto che avevo chiesto, ottenendo, il consenso del pm all’acquisizione del fascicolo d’indagine all’attività dibattimentale” il commento del legale a Foggiatoday.

I due, secondo quanto accertato dagli investigatori della squadra mobile di Foggia e dai colleghi del commissariato di Manfredonia, avevano avuto un violento litigio, iniziato in una baracca adibita a mò di ristorante dove lavorava la vittima, presso il quale l’imputato si era recato per mangiare. Sarebbe scoppiata una lite proseguita all’esterno e alla presenza di altri occupanti l’accampamento (le immagini video).

Il 25enne è tornato nel ristorante, ha preso un coltello da cucina e ha ferito a morte il connazionale. L’aggressore era stato bloccato da una trentina di connazionali e ‘consegnato’ agli agenti di una volante del commissariato sipontino giunta sul posto. La vittima era stata trasportata da alcuni migranti, presso il presidio medico del Cara.

Non appena verrà depositata la sentenza (ci vorranno 90 giorni), l’avvocato Matrella ricorrerà in appello. Entro un anno verrà poi fissata l’assise d’appello a Bari.

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