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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Troia

"...quello è infetto per natura", offese al sindaco di Troia costano caro a due hater: condannati a 4500 euro di multa

Per loro l'accusa è di diffamazione aggravata. Il caso è scaturito dopo video e commenti offensivi postati sui social nel corso della seconda ondata Covid, quando il sindaco - colpito anch'egli dal virus - emanò provvedimenti restrittivi per contenere l'impennata di contagi

Due cittadini di Troia sono stati condannati dal Tribunale di Foggia per aver “diffamato” (questa l’accusa contestata) il sindaco Leonardo Cavalieri, rispettivamente con un video e con un commento postati su Facebook.

La vicenda risale al dicembre 2021, durante la seconda ondata della pandemia da Covid, quando l’improvvisa impennata dei contagi aveva costretto il sindaco ad adottare misure di prevenzione più stringenti, come la cancellazione degli eventi previsti per la festività dell’Immacolata. In quegli stessi giorni, a cadere nella trappola del Covid fu lo stesso primo cittadino insieme al resto della famiglia. Motivo per il quale finì al centro delle offese dei due soggetti imputati: “...non frequentate il sindaco sennò vi infettate", avverte il primo nel suo video social.

"Quello non si è infettato, quello è infetto per natura" risponde il secondo. Entrambi i commenti sono finiti però sul tavolo della procura di Foggia, e giunti all’attenzione della gip Marialuisa Bencivenga che ha emesso un decreto penale di condanna, per diffamazione aggravata, a due mesi di reclusione (stante tutte le riduzioni e attenuanti del caso), poi tramutato in una multa di 4.500 euro cadauno. “In quel periodo ero in quarantena con il Covid, avevo i miei figli con sintomi abbastanza forti e io stesso sono stato addirittura in ospedale”, racconta a FoggiaToday il primo cittadino.

“In quel frangente fui duramente attaccato sui social per le misure adottate, come il video incriminato nel quale veniva pronunciata l’espressione ‘...non frequentate il sindaco sennò vi infettate’. Un filmato che divenne presto virale su chat e social”, ripercorre. “Avrei lasciato correre, ma la situazione stava degenerando, quindi una volta negativizzato decisi che un segnale andava dato. Così presentai una querela per diffamazione aggravata (sono stato colpito come cittadino e come sindaco), sulla scorta della quale il giudice ha emesso un decreto penale di condanna. Oggi ho voluto rendere pubblico questo primo step non per il fatto in sé, quanto per segnalare le conseguenze derivanti dall’uso improprio dei social”, aggiunge. “Infangare, offendere la reputazione di una persona è reato.

"A chi non fosse chiaro voglio ricordarlo con questa vicenda che mi coinvolge direttamente", avverte il sindaco dalla sua pagina social. "Facebook è un potente mezzo di comunicazione, permette di stringere relazioni, di fare informazione. Ma come ogni cosa, come ogni mezzo, bisogna usarlo con attenzione e saggezza. E quando ciò non avviene il rischio è che diventi un boomerang”, conclude il primo cittadino.

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