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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Incidente sul lavoro, cassone con le zucchine si rovescia e ferisce braccianti: condannata a 1 anno e 2 mesi imprenditrice agricola

L'avvocato Giovanni Marseglia: “E’ un risultato importante. Sono contento che la Procura di Foggia e Tribunale di Foggia riservino grande attenzione al fenomeno del caporalato e sfruttamento del lavoro, fenomeno purtroppo presente e radicato sul territorio”

Imprenditrice agricola foggiana condannata a 1 anno e 2 mesi, complessivi, per lesioni personali colpose (infortunio sul lavoro) e sfruttamento sul lavoro.

E’ quanto deciso dal gup del Tribunale di Foggia, Roberta di Maria, all’esito del processo con rito abbreviato, scaturito da un incidente sul lavoro, avvenuto lo scorso anno, in una azienda agricola di Foggia, in danno di due braccianti di origini africane.

La lettura del dispositivo si è tenuta lo scorso 28 giugno. La condanna comprende anche il pagamento di 630 euro di multa per le violazioni riscontrate, più una ammenda da 800 euro.

In particolare, uno dei due migranti - che non indossava alcun dispositivo di sicurezza - rimase ferito ad un arto a seguito della caduta accidentale di un cassone carico di zucchine. Dopo la degenza in ospedale, i braccianti - assistiti dall’avvocato Giovanni Marseglia del Foro di Foggia - decisero di presentare una denuncia penale per lesioni a carico della donna.

Dalla denuncia, scaturirono accertamenti tecnici prima da parte dello Spesal dell’Asl Foggia, e poi indagini in relazione allo sfruttamento del lavoro da parte delle forze dell’ordine. 

Le risultanze della doppia indagine portarono quindi la donna al rinvio a giudizio per i reati contestati. “E’ un risultato importante. Sono contento che la Procura di Foggia e Tribunale di Foggia riservino grande attenzione al fenomeno del caporalato e sfruttamento del lavoro, fenomeno purtroppo presente e radicato sul territorio”, spiega il legale.

“Entrambi i miei assistiti hanno avuto la forza di avviarsi in questo percorso di diritto, costituendosi anche parte civile nel procedimento. Ma sono ancora troppo pochi i braccianti che, seppure vittime di piccoli e grandi incidenti, non hanno il coraggio né i mezzi per far valere i propri diritti. Lavoriamo in un’area in cui il diritto di vivere, di mangiare, si scontra con il bisogno di legalità”, conclude.

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