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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Cerignola

Pestato a sangue e accoltellato in discoteca: vittima sottoposta a nuovo intervento, aggressore condannato a 4 anni e 3 mesi

L'episodio avvenne a Barletta, nel dicembre del 2019. A due anni dal fatto, la sentenza della Corte d’Appello di Bari. Contestati i reati di tentato omicidio aggravato dall’uso di un coltello e lesioni gravissime per il pestaggio avvenuto in concorso con altre persone. Il commento del legale Laura Raffaeli

E’ stato condannato ad una pena di 4 anni e 3 mesi di reclusione, il giovane (diciottenne da pochi giorni, all’epoca dei fatti) accusato di aver aggredito e accoltellato un ragazzo di Cerignola, durante una serata in discoteca, nella vicina Barletta.

Questa la sentenza della Corte d’Appello di Bari, emessa lo scorso 5 novembre, a carico di un 20enne di Barletta; le motivazioni saranno pubblicate entro 90 giorni. Il giovane risponde di tentato omicidio aggravato dall’uso di un coltello, e di lesioni gravissime per il pestaggio avvenuto in concorso con altre persone, alcune delle quali non ancora identificate.

Il fatto risale al dicembre del 2019. A distanza di due anni dal fatto, la vittima paga ancora lo scotto di quella aggressione: “Deve la sua vita ad un amico che non ha aspettato i soccorsi. Il ragazzo è stato recentemente sottoposto ad un altro intervento chirurgico, per problematiche causate non dall’accoltellamento ma per le ferite e fratture causate dall’aggressione in discoteca", puntualizza l’avvocatessa Laura Raffaeli, legale di parte civile.

"I due momenti - continua - sono stati valutati in entrambi i gradi di giudizio come ‘azione criminosa unica’, benché per il brutale pestaggio (ha riportato la frattura setto nasale, della mandibola e ferite che hanno richiesto punti di sutura alla testa) risulta ancora pendente un procedimento presso il Tribunale dei Minorenni di Bari. Abbiamo ricevuto da poco l’avviso per la conclusione delle indagini e siamo in attesa della fissazione del giudizio per questo secondo filone”. Anche in questo caso, l’ipotesi di reato è tentato omicidio.

Il legale apre, quindi, ad una riflessione generale sul fenomeno della ‘mala movida’: “E’ preoccupante constatare il fatto che i ragazzi non sappiano più divertirsi. E’ assurdo pensare di uscire per andare a ballare e rischiare la vita senza motivo. E questo sta accadendo troppo spesso". Il riferimento è al concittadino Donato Monopoli, deceduto per le conseguenze di una rissa in discoteca, ma anche ai più recenti episodi di cronaca (ultimo, il caso del ragazzo ucciso pochi giorni fa, sempre a Barletta, perché si sarebbe rifiutato di pagare un cocktail).

"Ci vogliono pene certe che possano essere un monito per tutti. Nel caso specifico, 4 anni e 3 mesi (derivante dallo sconto di un terzo della pena per la scelta del rito e alla luce dello stato di incensuratezza dell'indagato) sono pochi per il danno causato, ma l’indagato non è mai tornato in libertà, affrontando un anno di detenzione carceraria e successivamente un anno di detenzione domiciliare con braccialetto elettronico. Paradossalmente - conclude il legale -  dobbiamo ritenerci anche fortunati: mi spiace dirlo da operatore della giustizia, ma troppo spesso capita che ragazzi macchiati da tali responsabilità vengano rimessi troppo presto in libertà. E non capiscono il danno provocato alle vittime, alle famiglie e a loro stessi”.

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