Calo di vendite, congiuntura economica complicata, concorrenza. Sono sempre tante le motivazioni alla base di una vertenza di lavoro. Ma l’esito è sempre lo stesso: a casa. E’ accaduto così anche nell’ambito della vertenza Conad. Settimane di trattative, di proclami, di impegni solenni di questa o quella forza politica, di trattative sindacali. A fine ottobre Antonio Tancredi, 46 anni, riceve la lettera di licenziamento. Lui lavorava a San Severo; con lui altri tre.
Dieci in tutto quelli che ne hanno fatto la spesa tra San Severo e Macchia Monte Sant’Angelo. Ma la cosa beffarda è che solo qualche giorno prima Tancredi aveva ricevuto una proposta di nuovo contratto, con orario dimensionato, ma pur sempre un contratto: fino al 2022. Dieci giorni dopo la doccia fredda: la trattativa sindacale subisce una sterzata e lascia vittime sul campo, tra incentivati ad andate via e licenziati.
Riceve la comunicazione di interruzione del rapporto di lavoro. A partire da subito, praticamente. Non l’ha firmata. “Ora che faccio?” si sfoga quando ci contatta, “io sono un monoreddito, mia moglie non lavora”. L’appello ai microfoni di Foggiatoday.
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