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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Cerignola

Delvino fuori dal Comune: "Sterzata netta". Il comandante dei vigili voluto da Metta fa ricorso al Tar contro la sospensione

Inconferibile l'incarico di dirigente secondo l'Anac, dopo la condanna in primo grado per il reato di associazione per delinquere. Sostituito e allontanato da Palazzo di Città di Cerignola si rivolge alla giustizia amministrativa

Il sindaco di Cerignola Francesco Bonito sventola l’unico atto Anac che ha visto passare sulla sua scrivania da quando si è insediato, per rispondere ad una delle tante punzecchiate del suo predecessore che addebitava alla nuova amministrazione un altro pronunciamento a suo sfavore. 

Si tratta di una delibera datata 27 ottobre 2021, rintracciabile anche sul portale dell’Autorità nazionale Anticorruzione. È un parere formulato in riscontro ad una nota del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza del Comune di Cerignola, inviata il 30 giugno dello stesso anno, quando l’ente era ancora gestito dalla commissione straordinaria.

Il Consiglio dell’Anac si è pronunciato sull’ipotesi di inconferibilità dell’incarico di dirigente del settore Servizi Sicurezza, Servizi Informatici e Protezione civile del Comune di Cerignola a Francesco Delvino.

Arrestato a dicembre del 2011 quando era comandante del Corpo di Polizia municipale a Frosinone, a maggio del 2021 è stato condannato in primo grado per il reato di associazione per delinquere. Il giudice, per inciso, aveva dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione per i reati contro la pubblica amministrazione.

Nel frattempo, è prima rientrato in servizio nel ruolo di dirigente del Comune di Caserta e poi, dal 2015, era diventato dirigente del Comune di Cerignola e comandante della Polizia Municipale, incarico di ruolo con un contratto a tempo pieno e indeterminato. Oggi, peraltro, Francesco Delvino è direttore della rivista dedicata alla Polizia Locale e alla Pubblica Amministrazione PolMagazine e, nell’ultimo numero, si firmava come ‘Dirigente Enti locali’.

In attesa del parere, la commissione straordinaria aveva confermato le funzioni di direzione del Settore. Il procedimento disciplinare nei confronti del dirigente era già stato avviato e sospeso.

L’Anac ha confermato che la fattispecie rientra nel caso di inconferibilità normato dall’art. 3, comma 1 lettera c, del decreto legislativo 39/2013 che recita: “a coloro che siano stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per uno dei reati previsti dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, non possono essere attribuiti: […] gli incarichi dirigenziali, interni e esterni, comunque denominati, nelle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici e negli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello nazionale, regionale e locale”.

Dal 13 gennaio è stato sospeso dal servizio presso l’amministrazione comunale con privazione della retribuzione. Nello stesso giorno, la giunta autorizzava il sindaco a costituirsi nel giudizio promosso dinanzi al Tar Lazio da Francesco Delvino nei confronti del Comune di Cerignola, del responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza del Comune di Cerignola e dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, incaricando gli avvocati Angela Paradiso e Giuliana Nitti, funzionari dell’ufficio legale, quindi l’avvocatura comunale.

La precisazione è doverosa considerato che il caso è venuto fuori ora perché il Comune ha revocato la costituzione di parte civile nel processo a carico di un imprenditore accusato di tentata corruzione ai danni dell’ex sindaco Franco Metta. Francesco Bonito ha annunciato che manderà alla Corte dei Conti le carte degli incarichi a professionisti esterni, parlando di “parcelle esose”.

Il ricorso di Francesco Delvino, rappresentato e difeso dall’avv. Francesco Cosimo Zacà, è stato notificato al Comune lo scorso 3 gennaio. Ha impugnato la nota del 9 dicembre 2021 a firma del segretario generale del Comune di Cerignola, in qualità di responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza che annullava il conferimento dell’incarico dirigenziale di responsabile del settore Sicurezza datato 30 giugno; la successiva nota del 10 novembre di contestazione della causa di inconferibilità; la delibera di Giunta del 24 dicembre con cui si dà indirizzo all’ufficio per i procedimenti disciplinari di valutare l’adozione di eventuali provvedimenti di sospensione dal servizio di Delvino; la delibera del 27 ottobre dell’Autorità nazionale Anticorruzione.

Per l’amministrazione comunale la delibera Anac “risulta di cristallina legittimità e motivazione, così come risultano pienamente legittimi i conseguenti e doverosi provvedimenti assunti dal segretario generale quale responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza dell’ente civico”.

Il 9 dicembre, il sindaco Francesco Bonito, con proprio decreto, ha nominato Michele Dalessandro vice comandante vicario di Polizia Locale per un anno, ed è lui a sostituire il comandante. Il 13 dicembre ha affidato l’incarico di direzione e responsabilità “ad interim” del Settore Servizi Sicurezza all'architetto Michele Prencipe.

L’assessore alla Legalità e Sicurezza è Teresa Cicolella del Pd, il partito che per primo – all’epoca il segretario era Tommaso Sgarro - ha tentato di chiudere le porte a Delvino sin da quando ha messo piede a Palazzo di Città. Una battaglia che oggi il gruppo consiliare (i consiglieri comunali Rocco Dalessandro, Sabina Ditommaso, Celestino Capolongo, Vincenzo Merra, Francesco Sorbo e Mariarosaria Divito) ricorda di aver condotto “in estrema solitudine”. Nel 2015 il Pd era stato promotore anche di una raccolta firme, e a maggio del 2021 chiedeva alla commissione straordinaria di spostare Delvino in un altro ufficio, con mansioni diverse da quelle di comandante della Polizia Municipale: “Con la giunta Bonito si è inteso dare una sterzata netta - scrivono oggi - La sospensione (anche retributiva) a carico dell’ex comandante è una notizia che la Città deve salutare con favore”.

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