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Sabato, 20 Aprile 2024

Cinghiali devastano mandorleto sul Gargano: 2mila piante distrutte. Il proprietario: "Sono avvilito, è così ogni notte e il Parco non fa nulla"

Giuseppe Centola, pioniere della produzione di mandorle nella zona del Gargano tra San Marco in Lamis e San Nicandro Garganico, denuncia i danni provocati dai cinghiali e punta il dito contro il Parco del Gargano, dal quale a un danno di 50mila euro ha ottenuto un indennizzo di 1400 euro

Un assegno di indennizzo pari ad appena 1400 euro, di cui duecento sono serviti per il pagamento della fattura all’agronomo che ha redatto la relazione con la quale Giuseppe Centola, proprietario dell’omonima azienda agricola e sottufficiale dell’esercito in pensione di San Marco in Lamis, aveva chiesto al Parco del Gargano il risarcimento per i danni provocati dai cinghiali nell’appezzamento di terreno coltivato a mandorli in località Presutto in agro di San Nicandro Garganico.

Circa 2mila piante distrutte in quattro anni per una perdita in termini economici che si aggirerebbe intorno alle 50mila euro.

Per Peppino, pioniere della coltivazione dei mandorli nella zona a metà strada tra San Marco in Lamis e San Nicandro Garganico, è l’ennesima riprova del fallimento delle politiche del Parco Nazionale del Gargano, al quale rivolge un invito affinché l’Ente con sede a Monte Sant’Angelo trovi una soluzione definitiva all’emergenza cinghiali e più in generale ai danni provocati dalla fauna selvatica. Non si sentano sollevati dalle responsabilità le associazioni di categoria, le istituzioni e la politica regionale. “Sono veramente avvilito, è come sapere che stanotte entrerà un ladro a casa tua e non potrai far niente”.

D’altronde la normativa in materia parla chiaro: gli ungulati non si possono abbattere, meno che mai in una proprietà privata. Tuttavia, nel frattempo, ogni notte fanno visita al mandorleto di Giuseppe, lasciando i segni della devastazione.

Sulle cortecce degli alberi, ma anche sul terreno, sono ben visibili le impronte dei cinghiali. “Questo ormai è un cimitero di mandorle” evidenzia il figlio Michele: “Quando siamo noi a dar da mangiare ai cinghiali vuol dire che il Parco del Gargano ha perso. Noi siamo nel Parco, anche con orgoglio seppur non per scelta nostra, ma non ci sentiamo del Parco. Eppure vorremmo sentirlo nostro” aggiunge. “Le brochure sulla fauna e la flora servono a ben poco se poi non ci si preoccupa delle proprietà private” chiosa.

E i danni provocati dai cinghiali andrebbero pagati per l’esatto valore della perdita economica subita. “A voi sembra giusto? La gente che lo fa per lavoro cosa deve fare? Se va avanti così mi troverò senza una pianta di mandorli. Se avete una soluzione fatevi vivi e fatemi sapere. Noi stiamo combattendo contro un fantasma, io so che questa notte verranno di nuovo i cinghiali e non posso fare niente. Se venite ne vedrete una cinquantina nel mio terreno. Non so davvero che tipo di provvedimento voglia adottare il Parco, ma la sensazione è che siano tutti sordi alle nostre richieste e lamentele”.

In località Presutto si producono mandorle di altissima qualità senza l’utilizzo di prodotti chimici, ma come natura vuole. Da qui l’appello di Michele Centola: “Mi rivolgo ai nuovi imprenditori, giovani eccellenze del territorio, in particolare del settore dolciario, di fare riferimento a noi per i loro prodotti di qualità”

Giuseppe intanto accende una sigaretta, cammina a passo lento tra le impronte dei cinghiali e le piante abbattute. Fa su e giù, vorrebbe una risposta alle sue domande, si gira, osserva la telecamera e ci saluta così: “Sono disarmato”

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