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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Piazza del Purgatorio

Fu restaurata nel 2009, ma è ancora chiusa. Jacob: “Apriamo la Chiesa dei Morti”

"L'importante è che la cittadinanza riviva i segni del passato e a sua volta li renda vivi". Furono spesi 2 milioni di euro finanziati da Stato e Regione. Jacob Foggia: "Apriamo spazi di libertà"

Contro degrado, incuria, abbandono e al grido “Apriamo spazi di libertà”, l’associazione Jacob di Foggia ha fatto visita al deserto rappresentato dalla Chiesa del Purgatorio, nudo contenitore restaurato qualche anno fa grazie ai 2 milioni di euro finanziati da Stato e Regione, ma praticamente serrato e chiuso al pubblico, oltre che oggetto di atti vandalici e saccheggi. Che conservi la sua natura di culto o che venga trasformato in uno spazio di cultura, agli attivisti Jacob questo poco importa. “L’importante  - sottolineano - è che la cittadinanza riviva i segni del passato e a sua volta li renda vivi”.

CHIESA DEL PURGATORIO | “Nel Duemilanove il restauro. Oggi, a quattro anni di distanza e con quasi due milioni di euro in meno nelle casse pubbliche, il deserto. Della Chiesa del Purgatorio (o dei Morti) non resta che il nudo contenitore. L’idea di bellezza che trasmette solo come ipotesi, giacché degli interni, sconosciuti ai più, dobbiamo fidarci di quel che ci dicono le guide: i marmi, i dipinti, addirittura un Guido Reni. Ma null’altro.

Di quella che potrebbe essere una delle chiese seicentesche più belle di Foggia in una delle zone più ricche di storia della nostra città. L’esempio negativo. Quando parliamo di negligenza, di incapacità, del non avere a cuore le sorti della città e della comunità, intendiamo esattamente questo. Il disinteresse quasi sfacciato, spudorato, impunito di chi amministra e di chi possiede beni che altrove sarebbero trasformati in un valore aggiunto. Per il turismo, certo, ma principalmente per la cittadinanza, che ha il diritto di vivere a pieno i segni del passato. E renderli vivi a sua volta.

SPRECO DI DENARO | Ora, non ci interessa entrare nella polemica relativa alle finalità d’uso della struttura: luogo di culto o di cultura, poco importa, adesso. La Curia è proprietaria, ma quando c’è da bussare a denari…Quel che non possiamo più sopportare è lo spreco. Di denaro, di tempo, di prospettive. Perché questa terra ha fretta. E non merita l’avvenire anonimo che chi governa, chi detiene, chi “investe” assistito dallo Stato, ha deciso di destinargli. Noi non siamo fantasmi. E non siamo intenzionati a chiedere elemosine o favori. Pretendiamo ciò che ci spetta: una città dove la gente possa usufruire di ciò che è suo.

SPAZI DI LIBERTA’ | Non siamo intenzionati a tollerare gli sprechi, le speculazioni, le partite di giro. E quella miriade di finestre vuote, di palazzi sigillati dai lucchetti, isolati da un contesto a cui – chi sovrintende all’ordine – viene semplicemente imposto di non prenderne possesso. Oggi siamo qui – come ieri siamo stati alla “De Sanctis”, a Sant’Eligio, al Teatro Mediterraneo, a Palazzo Trifiletti, a Piazza Mercato – per dare voce a chi è stanco di una città intoccabile, chiusa e blindata. Per rappresentare chi ancora non si rassegna ad un futuro da fantasmi. Le città sono di chi le ama".

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