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Poliziotti morti in servizio, l'omaggio della questura di Foggia nel ricordo degli agenti Nicola e Antonio: "I caduti sono la ‘carne viva’ della polizia"

Questa mattina, la cerimonia alla presenza del capo della polizia Lamberto Giannini: inaugurata una stele dedicata ai ‘Caduti della Polizia di Stato’, così come il piazzale antistante l’edificio della questura, e la nuova ‘sala crisi’ multimediale, destinata alla gestione di situazioni emergenziali

“Oggi si celebra un rito di grandissima importanza. Questo voler mantenere il ricordo, tenere accesa una fiaccola che spesso è scritta con il sangue è testimonianza dell’impegno quotidiano della polizia e delle forze dell’ordine tutte. I caduti sono parte di noi, sono la ‘carne viva’ della polizia, quella parte che ci dà la forza di affrontare il lavoro e le avversità. Per questo, non c’è un anniversario da ricordare, ma c’è una quotidianità da celebrare, facendo il nostro dovere. Sempre”.

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Così il capo della polizia Lamberto Giannini, questa mattina a Foggia, per inaugurare una stele dedicata ai ‘Caduti della Polizia di Stato’, così come il piazzale  antistante l’edificio della questura, e la nuova ‘sala crisi’ multimediale, destinata alla gestione di situazioni emergenziali, intitolata alla memoria degli agenti Nicola Fumarulo ed Antonio Gentile, deceduti nell’adempimento del dovere, a Cerignola, nel febbraio 1956.

Freddati dalla pistola di un ragazzo che in compagnia di due coetanei aveva da poco compiuto una rapina, Fumarulo moriva pochi giorni dopo in ospedale per le gravi ferite d’arma da fuoco procurate dal malvivente, mentre Gentile si spegneva tre mesi più tardi. I rapinatori furono arrestati grazie alla testimonianza dei due agenti che, prima di morire, erano riusciti a segnalare i malviventi.

L’idea di creare “un piccolo luogo della memoria”, come lo ha definito il questore di Foggia, Paolo Sirna, è maturata nel 2019, quando dopo i tragici fatti di Trieste, il piazzale della questura ospitò l’omaggio commosso delle forze dell’ordine della città, “in un abbraccio simbolico che ci ha unito più di prima, dandoci forza e coraggio. Il cielo si illuminò del blu dei lampeggianti”, ricorda Sirna. “Un omaggio silenzioso ma di assordante intensità. Pochi giorni dopo, ci trovammo di nuovo tutti insieme a pregare. Da quella sera, questo luogo fu eletto ad ospitare il simbolo della memoria, affinché il ricordo di tutti i nostri caduti ci ricordino sempre il senso profondo della nostra missione tra la gente.

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