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Cronaca Cerignola

Videosorveglianza, 16 telecamere monitoreranno le vie di accesso per Cerignola

I lavori sono sostenuti grazie ai fondi destinati ai comuni sciolti per infiltrazioni mafiose nel 2021. Nel centro ofantino, sono 68 gli impianti di videosorveglianza attivi e da attivare a stretto giro

Sono partiti i lavori di installazione di ulteriori 16 telecamere di videosorveglianza ad alta tecnologia nel Comune di Cerignola, grazie ai fondi destinati ai comuni sciolti per infiltrazioni mafiose nel 2021. Si tratta di impianti di ultima generazione che saranno dislocati su tutti i punti di accesso della città e che permetteranno l’individuazione rapida ed efficace dei mezzi in transito ed il controllo del territorio.

“Con queste nuove telecamere con sistema dual shatter, che riusciranno a fornirci immagini dei veicoli e di contesto anche in notturna, circondiamo la città di punti di ripresa in modo da poter garantire maggiore sicurezza ai nostri cittadini. Tramite la lettura targhe - illustra l’assessore alla sicurezza Teresa Cicolella - potremo effettuare indagini comunicando in tempo reale con enti ministeriali, motorizzazione civile e altre banche dati di soggetti che si occupano della sicurezza cittadina”.

In totale, su tutto il territorio della città di Cerignola, al momento sono 68 gli impianti di videosorveglianza attivi e da attivare a stretto giro. “Con i fondi destinati ai comuni sciolti per infiltrazioni mafiose abbiamo potuto aggiungere un altro prezioso tassello alla sicurezza urbana. La nostra città adesso è nelle condizioni di poter garantire una discreta copertura. Certo - commenta Teresa Cicolella - dispiace notare come l’ultimo bando ministeriale, diverso da quello destinato ai comuni sciolti per mafia e al quale abbiamo partecipato, abbia però penalizzato l’intera provincia, la cui criminalità al contempo, proprio dagli organi di governo, viene identificata come nemico numero uno dello Stato. Se non fosse stato per l’attività precedente, oggi l’ultimo bando ministeriale ci avrebbe messo seriamente in difficoltà, proprio in una terra che ha già dimostrato di avere fame di legalità e di sicurezza”, spiega l’assessore Cicolella.

“Per fortuna - aggiunge il sindaco Francesco Bonito - la nostra attività pregressa, e quella dei commissari prefettizi, ci ha permesso di eliminare al massimo i rischi provenienti dall’ultimo bando ministeriale. Nonostante l’alto tasso di criminalità nella terra della Quarta Mafia, il Ministero ha imposto un punteggio tanto più elevato quanto più alta fosse stata la percentuale di cofinanziamento pubblico. Va da sé che un ente come Cerignola, che proprio per colpa della gestione infiltrata dalla mafia è stato usato come un bancomat ed oggi registra 17 milioni di debiti, ha potuto cofinanziare con percentuali molto più basse rispetto, ad esempio, a città che vivono marginalmente il virus mafioso che da noi è invece annidato perfino nelle stanze dei Comuni”.

“Ci uniamo alla richiesta dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle, che hanno annunciato chiarimenti al pur attento ministro Luciana Lamorgese. È necessario - continua il sindaco di Cerignola - che il Governo dia fattivamente una mano a quei comuni, come quelli foggiani, in cui la concentrazione criminale registra picchi altissimi. Se invece passa il concetto che la sicurezza in territori particolari debba ridursi ad una semplice questione di soldi, dove tra l’altro i fondi sono stati dissipati proprio dalla malavita, allora non c’è cultura della legalità che tenga o visite istituzionali che possano modificare l’avanzata dei clan sui territori”, conclude Bonito.

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