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Cronaca Piazza Martiri Triestini

La Capitanata rende omaggio alle vittime delle Foibe nel "Giorno del Ricordo"

Le celebrazioni nei comuni di Foggia, Monte Sant'Angelo, San Severo e Manfredonia

Tutta la Capitanata celebra il cosiddetto “Giorno del ricordo” in memoria delle vittime dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Questa mattina, a mezzogiorno, il sindaco di Foggia Franco Landella ha deposto una corona di fiori presso il monumento ai Martiri Delle Foibe, in Piazza Martiri Triestini, alla presenza di rappresentanti della Prefettura e della Provincia, delle autorità militari, dell’Amministrazione comunale di Foggia e di esponenti politici del territorio.

“Non esistono olocausti “di serie A” o “di serie B””, ha tenuto a specificare il sindaco. “La barbarie degli omicidi di massa e delle “pulizie etniche”, che sia mossa o meno da ideologie politiche, deve esse condannata senza condizioni. Dobbiamo recuperare il significato di Nazione, il senso di unità della Patria, superando gli odi “storici” creati dalle divisioni ideologiche che ancora oggi si ripercuotono sulla vita quotidiana del Paese. Nessuno deve ritenere di essere depositario del primato della verità o dei valori positivi, condannando i punti di vista altrui. Nessuno è portatore della interpretazione autentica della storia. Ma, soprattutto tutti devono riportare al centro delle proprie azioni concrete e della propria visione del mondo il rispetto dell’essere umano”.

Nei discorsi che sono seguiti, l’ex sindaco di Foggia Paolo Agostinacchio ha voluto anche celebrare la memoria di Leonardo Manzi, il 17enne foggiano -che è ricordato da una delle lapidi della piazza- ucciso il 6 novembre 1953 dai colpi sparati dalla polizia agli ordini del Governo militare alleato mentre innalzava il Tricolore sul municipio di Trieste per rivendicare il ritorno della città all’Italia. E’ stata anche sottolineata la necessità di una memoria condivisa, per diffondere tra le più giovani generazioni la conoscenza delle pagine anche più controverse della storia recente d’Italia nello spirito di una cultura della concordia che per troppo tempo è mancata nel nostro Paese.

A MONTE SANT’ANGELO | “La memoria sia un dovere, e il Giorno del ricordo deve essere testimonianza reale di fatti storici e di un atroce persecuzione che per troppo tempo è stata taciuta – dichiara Antonio di Iasio, Sindaco di Monte Sant’Angelo, che prosegue - abbiamo il dovere di preservare la memoria affinché non sia esposta al peggiore dei rischi, l’oscurità, il silenzio. Nel 2004 è stato istituito il Giorno del ricordo delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata affinché la memoria diventi soprattutto conoscenza e consapevolezza”.

A SAN SEVERO | Il Sindaco Francesco Miglio, in occasione del Giorno del Ricordo, ha rivolto questa mattina in Largo Vittime delle Foibe un pensiero alla tragedia che interessò i territori dell'Istria dove furono rastrellate, deportate e uccise migliaia di persone e tante altre furono costrette ad abbandonare le loro case e a emigrare verso altre regioni italiane o in Paesi lontani. Dopo aver depositato la corona di alloro in memoria delle vittime alla presenza del presidente provinciale dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD). “Dobbiamo continuare a trasmettere alle nuove generazioni – spiega Miglio - il monito di queste vicende affinché non si ripetano più. È intenzione dell'Amministrazione Comunale per il prossimo anno coinvolgere gli studenti delle scuole medie e superiori per accendere i riflettori su questa tragedia della storia italiana”.

A MANFREDONIA | “Mi rivolgo ai giovani, alle nuove generazioni, affinché momenti fondamentali, pagine indelebili della nostra storia rimangano consolidati nella memoria collettiva di un popolo”, esordisce il sindaco Angelo Riccardi. “Quella delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è una storia da non dimenticare, una pagina sicuramente oscura del nostro passato ma che, proprio per la sua cruenza, va tramandata di generazione in generazione, affinché non accada mai più”. Una vicenda che per quasi cinquanta anni è stata ignorata dalla storiografia e anche da gran parte della politica nazionale. “Noi ricordiamo e faremo in modo che anche i giovani abbiano consapevolezza della storia: conoscere le proprie radici fa sì che l’albero cresca più forte e vigoroso”.

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