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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

I bambini foggiani delle scuole materne nelle mani di persone senza titoli. Longo: “Commissione d’inchiesta”

Longo tira fuori il caso delle scuole materne affidate “ad un soggetto senza competenza specifica, senza esperienza sul campo e senza laurea in pedagogia, ma, sembra, con il solo diploma di assistente sociale”

“Incongruenze, disfunzioni ed illegittimità relative all’esito delle procedure di selezione per il conferimento di  incarichi di  posizioni organizzative presso il Servizio Pubblica Istruzione, Scuola dell’Infanzia, Asilo nido”. E’ quanto denuncia il consigliere comunale Bruno Longo attraverso un’interpellanza urgente con risposta in aula al presidente del Consiglio comunale Luigi Miranda, al sindaco Franco Landella, al segretario generale Maurizio Guadagno, al dirigente delle Risorse Umane Claudio Taggio, al dirigente Angelo Mansella, all’ufficio dell’Organismo Indipendente di Valutazione e per conoscenza al Procuratore della Repubblica di Foggia, Ludovico Vaccaro.

Il testo dell’interpellanza di Bruno Longo

“Il Comune di Foggia gestisce ben dieci scuole materne dislocate su tutto il territorio comunale con una utenza di circa 900 bambini e bambine in età prescolare; il servizio di gestione e conduzione delle scuole materne richiede specifiche competenze e specifiche professionalità non solo in titoli, ma anche e soprattutto in relazione ad una comprovata esperienza sul campo, poiché si parla della educazione e della salute di soggetti in età evolutiva, bisognevoli quindi di essere guidati ed accuditi da personale altamente specializzato nel settore educativo e didattico; l’amministrazione comunale quindi, in quanto soggetto pubblico, è direttamente responsabile, anche in relazione ad una opinione pubblica sempre più attenta nella valutazione del servizio pubblico erogato, anche a pagamento; la conduzione delle scuole materne comunali richiede conoscenza gestionale specifica anche in relazione al fatto che  il servizio è coperto solo in minima parte dalle quote versate dall’utenza, mentre la gran parte degli oneri finanziari sono posti a carico del bilancio dell’Ente: copertura finanziaria, che, insieme alle altre, è stata osservata dalla Corte dei conti regionale, essendo il comune di Foggia in regime di pre-dissesto finanziario(art 243-bis Tuel).

Con deliberazione di Giunta comunale n. 54 del 10.05.2017 venivano, tra l’altro, individuate e riorganizzate le posizioni organizzative e alte professionalità nei diversi settori/servizi dell’amministrazione comunale; con determinazione dirigenziale n. 439 del 17 maggio 2017 a firma della d.ssa Gloria Fazia, all’epoca dirigente competente in servizio, a chiare lettere, tra i requisiti indispensabili per l’acquisizione della posizione organizzativa di funzionario direttore didattico si richiedeva, in maniera corretta, il requisito indispensabile della figura di pedagogista con laurea quindi in pedagogia; con successiva determinazione dirigenziale n. 454 del 22 maggio 2017, sempre a firma della d.ssa Gloria Fazia, in maniera sconcertante si annullava completamente ogni requisito di competenza per l’assunzione della posizione organizzativa di funzionario direttore didattico, cancellando totalmente e con grave colpa il requisito indispensabile della laurea e della figura di pedagogista, aprendo così le porte, per la gestione delle scuole materne comunali a criteri e gestioni di incompetenza e di scarsa professionalità.

Eppure, attraverso un percorso virtuoso, ma anche obbligato, il Comune di Foggia in un recente passato aveva già tracciato precise linee guida (mai revocate) in merito all’assunzione del ruolo di direttore didattico, poiché nel 2002 in relazione ad un concorso interno per titoli ed esami per il conferimento di tre posti di “funzionario direttore didattico” cat. D3, era tassativamente richiesto il possesso della laurea in pedagogia e delle abilitazioni nelle scuole medie e nelle scuole superiori (vincitori di concorsi pubblici indetti dal ministero dell’istruzione e della ricerca); addirittura a causa dei requisiti specifici richiesti, due pedagogiste dipendenti dell’Ente non potettero partecipare al succitato concorso interno, poiché pur provviste della laurea in pedagogia, non possedevano il requisito delle abilitazioni nelle scuole medie e superiori.

A seguito di tale sconcertante decisione della dirigente, ad oggi a ricoprire la funzione di direttore didattico, anche a causa di pensionamenti, si trovano due figure contrapposte: l’una in possesso di titoli ed esperienze specifiche; l’altra con nessun titolo specifico se non quello aspecifico e generico “inventato” dalla d.ssa Fazia di “coordinamento didattico”, (comunicazione PEC del 17 maggio 2017)  e atipicamente, dannosamente ed apoditticamente accettato sia dal dirigente del personale dell’epoca, che assurdamente anche dall’Organismo Indipendente di Valutazione dell’Ente, che non adempie, quindi, al suo compito di valutare gli effetti improduttivi di un atto amministrativo; ad aggravare il quadro complessivo della vicenda poco edificante per il comune di Foggia, vieppiù che il soggetto, dipendente comunale, avente titoli ed esperienze specifiche, vista la scarsa funzionalità del servizio in oggetto e nel giusto timore di essere coinvolto in una gestione  che non potrà che essere insufficiente, disorganizzato ed improduttivo, poiché è impensabile che una stessa struttura e lo stesso personale debba ricevere ordini da due direttori didattici, con prot. N. 7243 del 19.01.2018 ha chiesto il trasferimento ad altro ufficio ed ad altro servizio.

Ad oggi, quindi, dieci scuole materne con una utenza di 900 tra bambine e bambini risultano assurdamente affidate ad un unico soggetto senza competenza specifica, senza esperienza sul campo e senza laurea in pedagogia, ma, sembra con il solo diploma di assistente sociale: diploma nobile ed utile alla società intera, ma che nulla ha a che vedere con la didattica, la pedagogia e l’educazione dei piccolissimi cittadini e cittadine di Foggia, che meriterebbero invece più attenzione; assurdamente, quindi, a causa di pasticci burocratici, incompetenza professionale, inezia nei controlli degli atti amministrativi, superficialità della commissione giudicatrice e comportamenti illegittimi, il Comune di Foggia disperde l’unica competenza specifica nel settore pedagogico e didattico ad altro ufficio ed ad altro servizio, ha in ruolo due pedagogiste destinate ad infimi, improduttivi ed inconcludenti uffici creati fantasiosamente dalla d.ssa Fazia; affida, con  tortuosi e sospetti atteggiamenti della burocrazia comunale ad una assistente sociale, la direzione didattica di dieci scuole materne con circa 900 bambine e bambini”.

Bruno Longo chiede quindi di sapere i motivi per i quali la burocrazia comunale ha illegittimamente cancellato dai requisiti per la partecipazione ai concorsi interni per l’assunzione del ruolo di direttore didattico nelle scuole materne, quelli indispensabili della laurea in pedagogia e dei titoli di abilitazione; se dalla repentina e sospetta “mutazione genetica” delle determinazione dirigenziale n. 439 del 17 maggio 2017 ne sia derivato un vantaggio per qualcuno o per qualcuna e come mai tale comportamento illegittimo ed illegale sia potuto sfuggire al dirigente alla pubblica istruzione, al dirigente al personale, all’intera commissione giudicatrice e finanche all’Organismo Indipendente di Valutazione. Quali provvedimenti intende assumere il sindaco per ripristinare percorsi di legittimità, di competenza e di professionalità nella gestione e conduzione delle  scuole materne comunali. Quali provvedimenti, inoltre, intende intraprendere il sindaco per verificare livelli di responsabilità (Organismo Indipendente di Valutazione – dirigente alla pubblica istruzione – dirigente al personale – commissione giudicatrice, ed altri eventuali) nell’assurda vicenda esposta.

La Commissione Speciale D’Inchiesta

Longo inoltre chiede, a norma del d.lgs n.267 del 2000 e s.m.i., della legge 241 del 1990 e s.m.i., del D.lgs n. 97 del 25.maggio 2016 e del D.Lgs 20 giugno 2016,n. 116, nonché dell’art. 13 del regolamento del Consiglio comunale, la richiesta per l’istituzione di una commissione speciale di inchiesta che puntualmente verifichi se nella vicenda specifica, ma anche in relazione all’assegnazione di tutte le posizioni organizzative “e delle “alte professionalità” siano stati rispettati i criteri di equanimità, legalità e trasparenza e se siano stati commessi errori di valutazione o favoritismi da parte della burocrazia comunale.

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