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Randagismo, vera piaga sociale. Un cane fa visita e staziona al D’Avanzo

Gli amici a quattro zampe vittime di una pessima gestione del fenomeno da parte delle autorità competenti. La gestione pubblica è ormai allo sbando. Sotto tiro anche la Asl e le politiche della Regione Puglia

Il randagismo a Foggia è alla pari di molte altre città d'Italia, una vera piaga sociale. Chiaramente,  in un periodo storico in cui i diritti degli uomini, i più elementari dico e sottolineo, sono seriamente messi a rischio, i nostri amici a quattro zampe sono vittime predestinate di una pessima gestione del fenomeno da parte delle autorità pubbliche competenti.

E' chiaro che il Canile Municipale non è in grado, se ancora operativo, di accogliere tutti i cani che vediamo liberamente a spasso per la nostra città. Molti sono davvero ridotti in pessime condizioni. Condizioni che, aggravate dal caldo odierno e dal periodo estivo di siccità, potrebbero spingere questi cani randagi a cercare, altrove, il fresco e il cibo/acqua per sopravvivere. Così si potrebbe anche spiegare il clamoroso "arrivo" di un grosso cane all'interno della struttura ospedaliera del D'Avanzo di Foggia, ben rappresentata da una eloquente foto scattata da un "Amico della Domenica" proprio in queste ore. Chiaramente è inaccettabile che un cane randagio possa entrare all'interno di una struttura così importante e che dovrebbe essere preservata da tali ospiti, chiaramente portatori di tanti pericoli per la salute dei malati, per non dire anche della loro sicurezza, ivi compresa quella dei parenti.

Ma ritengo, chiamatela deformazione mentale, che i problemi non vadano visti nell'ottica del singolo episodio, che potrebbe, come accaduto, attirare maggiormente l'attenzione dei media o dei lettori di Facebook, ma vadano inquadrati in un raggio più ampio.

Il raggio, in questione, è il randagismo, cioè la presenza, fin dall'inizio, di cani abbandonati, senza una dimora, anche a gestione pubblica, che possa realmente proteggerli e averne cura. Una protezione ed una cura che non solo avrebbe quel sapore di senso civico di città auspicabile ma anche un ritorno immediato per i cittadini foggiani, che non sarebbero più costretti a condividere i propri spazi di utenza con animali non sempre "pacati e stanchi".

In tutto questo, ovviamente, manca il solito tassello. La gestione pubblica, ormai, diciamolo pure, è allo sbando più totale. Ma le competenze, nel caso del randagismo, vanno ben oltre lo spazio comunale. Qui entrano in gioco anche l'A.S.L., che dovrebbe garantire, almeno, la sterilizzazione dei cani randagi e la Regione Puglia.

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