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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Quella "borghesia mafiosa" nella città che ha bisogno di schiene dritte

L'intervento del Prefetto di Foggia, Raffaele Grassi, alla presenza del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, questa mattina ospite all'Università di Foggia

Si è detto "profondamente ottimista" perché - ha aggiunto - "avverto che qualcosa si sta muovendo". Questa la sensazione espressa questa mattina dal Prefetto di Foggia, Raffaele Grassi, circa gli effetti prodotti dalla manifestazione di Libera dell'11 gennaio. "Era ciò che speravo" ha aggiunto.

Dopo la sensibile reducrescenza dei fatti criminosi che agli inizi del 2020 hanno seminato panico, terrore, ansia e preoccupazione tra i cittadini, i commercianti e gli imprenditori del capoluogo dauno, il prefetto ha rivolto un plauso alla comunità per quella presa di coscienza su un "cancro che se non si interviene può diventare metastasi".

Perchè per Grassi è la comunità che deve battere il tempo per la costruzione della sicurezza, che deve dire basta e prendere coscienza che la mafia foggiana è una realtà che oltre al tessuto economico e amministrativo, condiziona anche quello politico: "Questo dobbiamo avere il coraggio di dirlo" ha poi aggiunto. 

"Probabilmente in questi anni non è stato sconveniente accompagnarsi con i mafiosi e siamo arrivati a questo punto" ha tagliato corto il prefetto: "Questa città ha bisogno di schiene dritte perché soltanto in questo modo, con il recupero dei valori etici, dei valori morali, degli uomini che rappresentano le istituzioni e della comunità tutta, a tutti i livelli, noi potremo, continuando su questa strada, mettere la parola fine, chiudere una parentesi"

In un passaggio del suo intervento il Prefetto di Foggia ha menzionato la zona grigia - quella che secondo Cafiero de Raho rafforza sempre più le mafie - quella ribattezzata "borghesia mafiosa" che concorre a favorire le attività illecite delle organizzazioni criminali, a sostenerle e a farle crescere.  "Le organizzazioni criminali attecchiscono dove vi è la produzione di ricchezza e non conoscono bandiera politica, si infiltrano in tutti i settori della pubblica amministrazione, del settore politico ed economico, creando i cosiddetti comitati di affari tramite la connivenza della cosiddetta borghesia mafiosa".

Grassi ha ribadito il concetto espresso mesi fa in un incontro con il mondo imprenditoriale del territorio - "nella consapevolezza che c'è una importante fetta di imprenditoria sana ma anche una imprenditoria malata". "O con me o dall'altra parte è giunto il momento di fare queste scelte"

Sulle interdittive antimafia il Prefetto ha precisato di applicare la legge, non di interpretarla: "Quando ci sono indici di condizionamento mafioso, il prefetto deve far si che la libera impresa sia tale e quindi sia pulita, non sporca; perché un'impresa sporca incide in tutto il contesto globale di un'area in cui insistono le organizzazioni"

Se è vero che le mafie vivono di consenso, il consenso è anche paura, rassegnazione e omertà che sviluppono tutta una serie di condizioni che favorirebbero la penetrazione delle organizzazioni criminali: "Ci vuole coraggio e il coraggio lo possiamo acquisire quando ci leghiamo nella legalità. Io più volte ho sostenuto leghiamoci nella legalità, ovvero stringiamoci tutti attorno perché noi Stato comunità siamo molto più forti delle organizzazioni criminali. Bisogna che la comunità prenda coscienza della propria forza. Dobbiamo fare muro, fare muro vuol dire privare la mafia foggiana della propria forza, privarla del consenso. Soltanto in questo modo, erigendo un muro contro le prevaricazioni vigliacche della mafia foggiana, noi potremo respirare un'aria diversa, un'aria pulita".

E infine l'invito al mondo imprenditoriale, commerciale e sindacale a unirsi allo Stato "perché è solo così che possiamo vincere questa guerra che indubbiamente è estremamente complessa. Vi ringrazio, vi saluto e forza Foggia"

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