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Cronaca

"Orrori ed errori". Padre "disperato" denuncia un 'Sistema 'Bibbiano' a Foggia: "Io e mia figlia 14enne le vittime"

La vicenda di Antonio e di sua figlia Maria (nomi di fantasia) riassunta in un documento di 350 pagine che attesterebbero le ingiustizie subite. "Non mi fermerò. Farò emergere tutti gli errori e gli orrori commessi e che stanno pregiudicando le nostre vite"

“Non ritengo sia possibile, e tanto meno giusto che, una ragazza minorenne, si veda costretta a scavalcare ostacoli ‘da grandi’, pur di riuscire a consegnare una denuncia in tribunale. Mia figlia, unica passeggera di un viaggio Foggia/Bibbiano”. Lo slogan è servito.

Il richiamo ai noti fatti di cronaca introducono ad una vicenda spinosa e controversa, di cui però si conosce solo una ‘campana’. Quella di un padre, “genitore vessato e disperato”, come si definisce Antonio (nome di fantasia), 47enne foggiano, che rischia di perdere la titolarità della potestà genitoriale su Maria (anche questo nome di fantasia), ovvero la figlia adolescente.

La sua sembrerebbe, dagli atti presentati, una lotta contro i mulini a vento: un uomo solo che si scaglia e denuncia “un intero ‘sistema’ che ha leso i diritti e la salute di una minorenne, mia figlia”. I dettagli della vicenda (di cui, si ribadisce, si conosce solo una versione), sono riassunti in una querela sporta lo scorso 6 maggio presso l’ufficio denunce della questura di Foggia e in un documento di 350 pagine corredate da certificati medici, comunicazioni pec, testimonianze, scambi di messaggi e audio vocali dai quali, a suo dire, emergerebbero le presunte mancanze, ovvero le “sordità professionali” e “l’assoluta indifferenza e mancanza di professionalità rispetto le competenze richieste tra le figure atte a tutelare l’interesse della minore”, si legge. E tira in ballo anche una dozzina di persone informate sui fatti.

La vicenda matura a seguito della separazione dei genitori della ragazza. “Maria, all’età di quattordici anni, denuncia, in un suo manoscritto depositato in tribunale, di subire violenze fisiche e psicologiche perpetrate dalla madre. Una madre dagli evidenti comportamenti patologici, che pretenderà che la figlia venga deferita in una struttura di accoglienza. Quella madre che, con il supporto e la complicità di diversi professionisti, insabbiando e discreditando le verità, riusciranno a far chiudere e isolare Maria presso un Ipab. Ma non riusciranno a impedirle di denunciare le ingiustizie subite e a lanciare il suo grido di richiesta d’aiuto che, la ragazza farà pervenire a tutti, compreso il suo curatore speciale”, denuncia l’uomo in una lettera aperta inviata alla redazione.

In quei mesi difficili, la ragazza inizia a soffrire di attacchi di panico, diviene oggetto di ‘bulli’ che vivono nello stesso istituto (“la maggior parte di essi, più grandi d’età, addirittura maggiorenni, provenienti da una realtà familiare costituita da genitori tossicodipendenti, carcerati, alcolizzati o peggio”), inizia a calare il rendimento a scuola. Tutto il malessere della ragazza è condensato in una sorta di ‘diario-memoria’ (inviato in Tribunale e di cui si è data lettura durante una udienza del febbraio scorso) che Maria scriveva di nascosto in istituto e che poi consegnava ad una professoressa di scuola, che a sua volta lo avrebbe consegnato alle figure preposte. “Le pagine di quelle memorie rappresentano una denuncia di tutto ciò che la ragazza aveva dovuto subire, per cui chiedeva di parlare con il giudice personalmente”. Ma la sua richiesta (e le sue denunce) sono cadute nel vuoto.

“Unico effetto sortito (della permanenza in istituto, ndr). Lo sconvolgimento di vite normali, fino a estreme conseguenze della sfera salutare dei malcapitati, che hanno danneggiato la ragazza, la cui adolescenza è stata visibilmente compromessa dalla scellerata condotta. Tutt’ora non è comprensibile quale sia stato lo scopo di tale provvedimento, ma solo gli effetti negativi. Non può non evidenziarsi che, le varie figure chiamate a tutelare, a vario titolo, gli interessi di Maria, hanno sempre operato contraddicendosi le une con le altre, facendo emergere la disomogeneità dei rispettivi ruoli, la scarsa chiarezza delle funzioni da esse esercitate, l’assoluta indifferenza e la mancanza di professionalità, che il ruolo ricoperto richiede”, si legge nella denuncia.

L’uomo, che è stato anche accusato dalla ex moglie presso un Centro Anti-Violenza, da allora si sente vittima di una “macchinazione economico/politica che, prevaricando ogni ragione morale e perseguendo il solo fine, probabilmente lucroso, non ha avuto scrupoli, né coscienza morale, nel trascinare e travolgere persone innocenti, come il sottoscritto, ma soprattutto la minorenne figlia del sottoscritto. Professionisti che hanno contribuito, in maniera sostanziale, ad esasperare e prolungare un procedimento legale, sia di giudizio civile che penale, con conseguenze disastrose, perpetrando violenze psicologiche, al limite delle intimidazioni e del ricatto; abusando del proprio ruolo istituzionale e della debolezza di un genitore, già ferito dai disagi coniugali subiti dalla ex coniuge”.

“Quale genitore, ho ritenuto doveroso querelare tutte le figure chiamate a tutelare, a vario titolo, gli interessi di Maria”, una ragazza “strumentalizzata, nell’intento di colpire e ferire il genitore collocatario”. Per questi motivi l’uomo ha denunciato un sfilza di reati: le violenze fisiche e psicologiche inflitte dalla madre della ragazza, le incompetenze e le incapacità di quelle figure professionali preposte alla tutela dei diritti dei minori e/o dei più deboli; lo scollamento, la disomogeneità di ruolo, la scarsa chiarezza delle funzioni, l’assoluta indifferenza e mancanza di professionalità rispetto le competenze richieste tra le figure atte a tutelare l’interesse della minore e tutte quelle figure, sia fisiche che giuridiche che, hanno portato il deferimento di una ragazza di quattordici anni nell’istituto di accoglienza Ipab. “A prescindere dai provvedimenti che si vorranno adottare, io non mi fermerò e cercherò in tutti i modi di denunciare questa assurda vicenda, al fine di far emergere tutti gli errori e gli orrori che sono stati commessi e che stanno pregiudicando la vita di mia figlia e la mia”, assicura Antonio.

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