Eseguita l'autopsia su Di Rienzo: restituito alla famiglia il corpo del 21enne ucciso, manca l'arma del delitto
L'esame autoptico avrebbe, sostanzialmente, confermato la dinamica dell'agguato, con la vittima raggiunto e ucciso da cinque colpi di pistola calibro 7.65, al torace e alla schiena
E' stata eseguita l'autopsia sul corpo di Nicola Di Rienzo, il 21enne ucciso la scorsa domenica, a Foggia, nel parco 'Rosa Rosa', tra via Saragat e via La Piccirella. Gli esiti dell'esame, disposto dalla Procura, saranno resi noti nelle prossime settimane quando i medici legali depositeranno la relazione. Restituito, quindi, il corpo alla famiglia che potrà procedere al rito funebre.
L'esame autoptico avrebbe, sostanzialmente, confermato la dinamica dell'agguato, con la vittima raggiunto e ucciso da cinque colpi di pistola calibro 7,65, tutti al torace e alla schiena. Sull'episodio sono in corso le indagini degli agenti della squadra mobile di Foggia, coordinati dai magistrati della Procura per i Minorenni di Bari. A premere il grilletto è stato un 17enne foggiano, attualmente detenuto nel carcere minorile 'Fornelli' di Bari a seguito dell'udienza di convalida.
Secondo gli inquirenti, il movente del delitto è da rintracciare in questioni economiche e “attriti riguardanti la gestione di traffici illeciti”. Vittime e reo-confesso, è emerso dalle indagini, si conoscevano bene: secondo la versione resa dal minore, infatti, insieme avrebbero commesso furti e scippi in città, fino a quando il 17enne avrebbe manifestato la volontà di cambiare vita. Ma il 21enne non gli avrebbe creduto e avrebbe minacciato lui e i suoi familiari: “Voleva che rubassi per lui altrimenti gli avrei dovuto dare 500 euro al mese”, ha spiegato. Insomma, una sorta di ‘tassa’ da versare mensilmente per continuare ad operare in autonomia, ritengono gli inquirenti.
Si tratta, ovviamente, di una versione dei fatti che dovrà trovare puntuali riscontri nelle indagini della polizia. I due, secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, domenica pomeriggio si erano dati appuntamento in zona Camporeale: è nata subito una violenta discussione e il 17enne avrebbe mostrato la pistola "solo per intimorire"; Di Rienzo avrebbe quindi tentato di disarmare il minore ingaggiando un inseguimento nel parco, dove sono stati esplosi i colpi che lo hanno ucciso sul colpo. Al momento non è stata ancora recuperata l'arma utilizzata per il delitto.
All’appuntamento il minore si era presentato armato perché temeva di essere a sua volta colpito dal 21enne (che è risultato essere in possesso di un tirapugni e di una lama nascosti negli slip), dati i rapporti ormai tesi tra i due. Agli inquirenti spetta ora il compito di riscontrare la versione fornita dal minore e chiarire se all’appuntamento terminato nel sangue erano presenti altre persone e in che veste (sul punto saranno utili i filmati, già acquisiti, tratti dalle telecamere presenti in zona) nonché le effettive dinamiche del rapporto tra i due giovani e le gang di giovanissimi dedite a furti, scippi e rapine in città.
Secondo quanto ricostruito da Ansa, nel passato del 17enne reo confesso ci sono tre denunce per rapina: le prime due risalgono alla scorsa estate a Foggia e a Peschici, mentre la terza è relativa ad una rapina a mano armata, del 2020, ai danni di una tabaccheria foggiana.