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Maurizio e quell'accusa "assurda": 11 mesi in carcere, ma non era il mandante del tentato omicidio del fratello

Maurizio Correra era stato accusato di essere stato il mandante del tentato omicidio del fratello cardiologo avvenuto nella primavera del 2018 in via Vittime Civili a Foggia

Il 27 marzo 2018 la polizia viene chiamata perché un cittadino, il cardiologo Massimo Correra, dichiarava di essere stato fermato nell’androne di casa sua, in via Vittime Civili, da due individui che a volto scoperto avevano cercato di sparargli ma senza successo.

Il 17 maggio dello stesso anno, gli inquirenti individuano il presunto mandante del tentato omicidio, il fratello della vittima Maurizio e come esecutori materiali gli albanesi Shpetim Rizvani e Haxhire Tusha.

Il video del tentato omicidio

L'imputato viene tradotto in carcere, prima a Foggia per una settimana assieme ai due esecutori e poi nel carcere di Lecce per 11 mesi. Durante le varie udienze cominciano però a venire fuori le prime discrepanze nella ricostruzione del tentato omicidio: dal numero dei proiettili a chi aveva 'arruolato' i due autori per commettere il reato, fino alle dichiarazioni rese da Shpetim Rizvani che, stando a quanto riferisce Maurizio Correra, durante il dibattimento sostiene di non conoscere lo stesso Maurizio e che era stato chiamato ad inscenare l'accaduto proprio dal fratello Massimo.

Maurizio, accusato per venti mesi di essere il mandante di un tentato omicidio, gli è stata notificata la revoca delle misure cautelari per non aver commesso il fatto. Ai due esecutori materiali sono stati comminati 10 anni di reclusione cadauno più il pagamento delle spese processuali, nonché al risarcimento alla parte offesa per 10mila euro ed entro 90 giorni, il tribunale fornirà le motivazioni della sentenza.

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