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Sabato, 20 Aprile 2024

L'ultima chiamata per Foggia. Imprenditori antimafia uniti: "Facciamolo per i nostri figli"

E' stata presentata oggi 17 gennaio a Foggia l'associazione antiracket Fai intitolata ai fratelli Luigi e Aurelio Luciani. Le dichiarazioni del presidente Alessandro Zito, del manager della sanità Luca Vigilante e dell'imprenditore che si è costituito parte civile nel processo 'Decima Azione', Lazzaro D'Auria

Luca Vigilante

Il primo aprile 2020, Luca Vigilante, manager di Sanità Più e titolare de 'Il Sorriso di Stefano', si reca in via Vincenzo Acquaviva dopo l’ennesima bomba al centro anziani. Un cittadino, esasperato dal rumore delle bombe, gli urla di chiudere l’attività. “Un effetto pesante” spiega l’imprenditore della sanità, evidenziando come da un altro balcone un residente della via lo esorterà ad andare avanti: “Perché devono vincerla loro?”. Vigilante ripercorre brevemente quei momenti e ai microfoni di FoggiaToday dichiara: “Da quello spunto è iniziata una riflessione e un ragionamento. E’ la sintesi di un confronto che è iniziato e che non avevamo mai avuto come comunità e che forse quegli ambienti negativi hanno cercato di non alimentare. Blindare questo ragionamento a favore dei cittadini creerà l’humus fertile per poter superare questa situazione così grave e critica che stiamo vivendo. E’ la nostra ultima possibilità, facciamolo per i nostri figli”

Alessandro Zito

Esattamente due anni fa ai microfoni di Foggiatoday Alessandro Zito, l’imprenditore disse: “Quando hai un'impresa o stai con loro o contro di loro. Non ti lasciano liberi". Oggi, a distanza di due anni, il primo presidente dell’associazione antiracket Fai di Foggia, ripercorre brevemente quei momenti: “Essere contro di loro ha significato in quegli anni bui doverci allontanare dalla nostra città, dai nostri beni e interessi. Oggi qualcosa è cambiato, abbiamo uno Stato molto attento. I tempi sono maturi, sono state fatte operazioni importantissime. Oggi il cittadino foggiano deve essere un po’ più fiducioso”

Lazzaro D’Auria

“Dacci 200mila euro o ti ammocchiamo”. E’ quanto la mafia foggiana intimò a Lazzaro D’Auria, imprenditore campano che ha investito in Capitanata creando un impero e dando lavoro a centinaia di persone. Primo imprenditore a costituirsi parte civile in un processo antimafia – Decima Azione – nel giorno della costituzione dell’associazione antiracket D’Auria spiega la decisione di non cedere al ricatto dei malavitosi ma di ribellarsi: In quel momento attimi di terrore, per me, la mia famiglia. Poi la coscienza, il solo pensare che poteva capitarci la distruzione delle nostre azienda, la perdita del lavoro dei dipendenti mi ha dato la forza. Sono stati cinque anni di sofferenza, lo rifarei per le nuove generazioni e per quello che ho costruito in tanti anni di sacrificio”

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