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Cronaca

Terremoto in Puglia: arrestato il presidente dell'Anci e sindaco di Polignano a Mare

Si tratta di Domenico Vitto, sindaco di Polignano a Mare

Domenico Vitto, sindaco di Polignano a Mare e presidente in Puglia dell'associazione nazionale comuni italiani, Anci, questa mattina è stato arrestato insieme ad altre nove persone dalla guardia di finanza di Monopoli nell'ambito di una indagine su presunti appalti truccati. Le altre misure cautelari personali, arresti e interdizioni eseguite nell'ambito dell'inchiesta 'Amici miei', riguardano tecnici e amministratori del Comune barese. Il primo cittadino è ai domiciliari. Nell'ambito dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Bari, Vitto è accusato di turbativa d'asta. Le altre ipotesi sono quelle di reati contro la Pubblica Amministrazione e contro la fede pubblica. Sono 24 in tutto le persone indagate nell’inchiesta condotta dal pm Michele Ruggiero. 

Nell’ordinanza vengono riconosciuti (con accertamento che, compiuto nella fase delle indagini preliminari, necessiterà della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei dieci soggetti indagati per i quali è stata avanzata richiesta cautelare: si tratta del sindaco, del vicesindaco, di numerosi dirigenti e funzionari comunali, nonché di imprenditori locali nei confronti dei quali (oltre che nei confronti di altri 14 soggetti, per un totale di 24 persone sottoposte ad indagini, viene contestato il concorso in una molteplicità di reati contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica: dalla turbata libertà degli incanti in forma aggravata, alla turbativa del procedimento di scelta del contraente nei pubblici appalti, da plurimi falsi ideologici in atti pubblici, a fatti di peculato, di rivelazione del segreto d’ufficio, di omissione atti d’ufficio e di sub-appalto illecito.

Nell’originaria impostazione accusatoria gli indagati avrebbero consumato i delitti di cui agli artt. 314, 319, 326, 328, 353, 353 bis, 479 in relazione al 476 del codice penale e art. 21 della legge n. 646/82 (subappalto illecito). I provvedimenti cautelari sono intervenuti in esito ad un’articolata indagine, condotta dalla Compagnia Guardia di Finanza di Monopoli e guidata dall’ufficio del Pubblico Ministero, che ha permesso di accertare allo stato, le numerose tipologie di delitti contro la P.A. grazie ad attività tecniche d’intercettazioni, attività di analisi della documentazione amministrativa e contabile acquisita nel corso di perquisizioni personali e domiciliari.

Plurime e sistematiche le condotte collusive e perturbatrici dei pubblici appalti banditi, negli ultimi anni, a Polignano a Mare: condotte poste in essere dai pubblici ufficiali apicali dell’ente locale (politici e tecnici), di volta in volta in concorso con diversi imprenditori e professionisti economici interessati all’aggiudicazione di appalti e affidamenti diretti “sotto soglia comunitaria” in un quadro di evidenti legami funzionali al sostegno elettorale nelle elezioni amministrative.

Le attività specificamente contestate riguardano una serie di condotte concorsuali finalizzate alla turbativa di ben nove procedure di gara, relative al periodo 2020/2021: sono emerse tecniche collusive collaudate, con adattamento e taratura dei bandi di gara, prima ancora della loro pubblicazione, sugli operatori economici collegati agli indagati o soggetti loro vicini.

In taluni casi si è assistito all’alterazione della procedura del sorteggio pubblico stabilito nella gara ad evidenza pubblica, in realtà mai avvenuta, con l’intento di escludere gli operatori economici provenienti da altre località del territorio nazionale e, quindi, al di fuori della sfera d’influenza delle figure politico-istituzionali coinvolte nell’inchiesta.

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