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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Manfredonia

Ai domiciliari, pubblica video su tik tok con fiumi di denaro: arrestato il boss che faceva affari sul Gargano

Ruggiero Disalvo, detto Tucchett, di Barletta, torna di nuovo in carcere. Era stato arrestato nell'agosto 2019 per una operazione antidroga sul Gargano

Scarcerato da poco più di un mese, Ruggiero Disalvo, considerato il promotore di una delle principali organizzazioni criminali sul territorio di Barletta e noto negli ambienti malavitosi con lo pseudonimo di 'Tucchett', non ha resistito al fascino dei social network e ha pubblicato alcuni video su Tik Tok, violando le prescrizioni connesse alla misura cautelare degli arresti domiciliari che vietano, tra l’altro, la possibilità di comunicare con qualsiasi mezzo, compreso il telefono e i social network, con persone diverse dai conviventi.

I carabinieri del Nor, sezione operativa della compagnia di Barletta, dopo aver denunciato la pubblicazione dei video all'autorità giudiziaria, hanno eseguito l’ordinanza di sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con quella della custodia cautelare in carcere, disposta dalla Corte di Appello di Bari – III sezione penale.

I numerosi video postati sul social network, tutti con un sottofondo neomelodico, ritraggono l’arrestato in compagnia di altri soggetti. In uno di questi, l’uomo vanta addirittura il possesso di un ingente quantitativo di denaro in contanti, verosimilmente provento di attività illecita.

L’indagato è stato arrestato nell’agosto del 2019, all’esito di un’articolata e complessa attività investigativa, operazione denominata 'Gargano', svolta dai carabinieri della sezione operativa di Barletta, poiché ritenuto elemento di spicco della criminalità organizzata barlettana nonché il capo e il promotore di uno dei clan egemoni sul territorio, dedito alle attività di narcotraffico nel territorio del Gargano e nel nord barese mediante l’importazione di sostanza stupefacente del tipo “cocaina” dall’Olanda. 

La sua figura emerge dai contatti finalizzati alle plurime forniture di ingenti quantitativi di cocaina provenienti da Saverio Tucci, capo clan della frangia garganica della malavita organizzata, tirato in ballo nella strage di San Marco in Lamis in cui furono trucidati a colpi di kalashnikov il boss mafioso Mario Luciano Romito, suo cognato Matteo De Palma e due agricoltori innocenti, i fratelli Luigi e Aurelio Luciani. Faccia D'Angelo venne a sua volta assassinato ad Amsterdam nel settembre 2017 da Carlo Magno, reo confesso dell'omicidio, nonché broker internazionale di sostanze stupefacenti in seguito divenuto collaboratore di giustizia e trasferito in Italia grazie all’intermediazione di Eurojust ed agli accordi bilaterali con le autorità olandesi.

Da quel giorno Magno ha iniziato un percorso di collaborazione con la giustizia. Nel corso di vari interrogatori ha contribuito in maniera determinante a delineare in modo completo ed esaustivo l’organigramma criminale, i canali di rifornimento e le modalità di importazione dello stupefacente dal Sudamerica fino a Manfredonia, riferendo inoltre agli inquirenti - durante la deposizione del 4 novembre 2019 - che Tucci era stato parte del gruppo che aveva ucciso Mario Luciano Romito. In quella occasione Carlo Magno aveva raccontato di una chiacchierata avvenuta con Tucci un paio di settimane dopo la strage, all'interno di un veicolo tra Manfredonia e Foggia. "Stavamo andando a mangiare, a me sembrava strano parlasse in macchina ma aveva detto che era nuova ed era difficile che dentro potesse esserci  una microspia". E ancora: "Si parlava dell'omicidio di Romito, poi è uscito il discorso di quelli di Apricena, poi mi ha detto che faceva parte del gruppo che ha ammazzato Romito".

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