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Cronaca

Arrestato Nani Stefan, era ricercato per l’omicidio di Trivisano Francesco

Il 4 febbraio del 2010 due persone fecero irruzione nell'abitazione di Borgo Segezia dei coniugi Trivisano Francesco e Guidacci Maria. Picchiati con calci e pugni, l'uomo morì per un arresto cardiaco

E’ giunto all’aeroporto intercontinentale “Leonardo da Vinci”, con volo speciale Alitalia, proveniente da Bucarest, Nani Stefan, il cittadino romeno classe 1981, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 3 febbraio del 2011 dal GIP del Tribunale di Lucera per l’omicidio di Trivisano Francesco, consumatosi il 4 febbraio del 2010, quando due uomini a volto scoperto e senza guanti, hanno fatto irruzione nell’abitazione dei coniugi Trivisano Francesco e Guidacci Maria, di 83 e 78 anni.

L’OMICIDIO | Dopo averli immobilizzati dietro la minaccia di una pistola e di un’ascia, prelevata all’interno della legnaia dell’abitazione, per costringerli a consegnare denaro ed altre utilità  i due hanno colpito gli anziani coniugi con schiaffi, pugni e ginocchiate. A causa delle percosse subite e della violenta azione meccanica prodotta con un oggetto contundente che gli aveva procurato un trauma cranico, Trivisano moriva per un arresto cardiaco. Dopo aver commesso il crimine, i malviventi si dileguavano senza lasciare tracce di rilievo. Il 14 ottobre dello stesso anno la Procura della Repubblica di Lucera ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto ex art. 384 c.p.p. nei confronti dell’uomo gravemente indiziato dei delitti di omicidio volontario e tentata rapina aggravata. Il provvedimento non fu eseguito per l’irreperibilità dell’indagato. Successivamente è stato emesso anche il mandato di cattura europeo

L’ARRESTO | Alle ore 20:30 di ieri sera, i carabinieri del comando provinciale di Foggia hanno notificato il provvedimento negli uffici della Polizia Giudiziaria dello scalo aeroportuale. Ora il 32enne si trova ristretto nel carcere di Rebibbia in attesa di essere trasferito in quello della città federiciana per essere sottoposto all’interrogatorio di garanzia. Alla cattura di Nani si è giunti sulla base di alcune informazioni raccolte nel corso delle indagini da alcuni connazionali. Prima che si consumasse l’omicidio, l’uomo abitava in un casolare di borgo Segezia. Il 9 marzo del 2008 era stato denunciato per tentato furto aggravato, perché nella stazione ferroviaria del capoluogo dauno, aveva tentato di sottrarre un bagaglio ad una viaggiatrice e per questo era stato sottoposto al foto segnalamento.  Il romeno è stato localizzato alle 8:30 dell’8 marzo 2013 nella città di Tuzla dove risiedeva la famiglia di origine.

LE INDAGINI | Le indagini, dirette dalla Dr.ssa Maria Teresa Moscatelli, sostituto procuratore della Repubblica di Lucera, sulla base delle dichiarazioni assunte dall’unica testimone oculare della tragedia, erano state essenzialmente orientate verso quella che è stata considerata da subito la pista privilegiata, ovvero quella che inquadrava tale omicidio nell'ambito di una rapina “occasionale” commessa da balordi di nazionalità straniera. In tal senso erano stati predisposti dei fotofit per le ricerche sul territorio nazionale.

LA SCIENTIFICA | Fondamentale ai fini dell’individuazione del colpevole sono state le indagini tecniche eseguite dal Reparto Investigazioni Scientifiche Carabinieri di Roma sui reperti acquisiti sulla scena del crimine.  In particolare l’ispezione dattiloscopica effettuata su un reperto rinvenuto all’interno dell’abitazione del defunto, consentiva di individuare tre contatti che inseriti nel database A.F.I.S. permetteva di attribuire soltanto due frammenti alle “rispettive impressioni delle dita anulare e mignolo della mano destra di Nani Stefan”. Tale giudizio si determinava per il riscontro di ben 22 corrispondenze di dettaglio individuate su entrambi i termini in paragone.

Poiché le tracce risultavano rilasciate da sostanza rossastra sono state sottoposte anche ad indagine di tipo biologico. “Gli accertamenti tecnici di natura biologica esperiti sulla sostanza rossastra rivelata dalle linee papillari presenti sul reperto, hanno consentito di giungere alla seguente conclusione “il profilo genetico ottenuto dalla traccia è risultato essere una mistura di più soggetti nella quale è possibile discriminare il contributo maggioritario della vittima Trivisano Francesco”.

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