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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Mattinata

Finisce la latitanza di "Baffino": ricerche serrate sul territorio e Quitadamo si consegna ai carabinieri

L’uomo è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a suo carico dal Tribunale di Foggia, scaturita da una denuncia per tentata estorsione continuata ai danni del proprietario di una villetta

Finita la latitanza di “Baffino”, al secolo Antonio Quitadamo, 42enne ritenuto vicino al Clan Romito, ritenuto egemone sull’area garganica di Manfredonia, Mattinata e Vieste. L’uomo, alla luce delle serrate perquisizioni, rastrellamenti e indagini sul territorio, si è presentato spontaneamente in caserma: la pressione delle ricerche, così prolungata, che hanno coinvolto tutto l'entourage, criminale e no, di Baffino lo ha portato alla resa.

Le minacce: “Mi dai 1.500 euro e la casa non si tocca!”

L’uomo è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a suo carico dal Tribunale di Foggia, su richiesta della Procura della Repubblica, che ha concordato con le risultanze investigative dell’Arma, scaturite da una denuncia per tentata estorsione continuata. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, infatti, il 42enne avrebbe, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, minacciato furti o danneggiamenti al proprietario di una villetta a Mattinata, così da costringere il malcapitato a consegnargli prima la somma di 1.500 euro al mese (“…Tu non hai capito! Sai che facciamo… facciamo una bella cosa, mi dai 1.500 euro e la casa non si tocca”, e, successivamente, a seguito di un ulteriore furto all’interno della villetta, gli rivolgeva le seguenti parole: “Tu non la vuoi capire, tu sei montanaro e noi qui siamo mattinatesi, tu ci devi pagare!... Va bene allora facciamo 500 euro al mese… vedi che ti conviene”). Denaro che non è stato consegnato, per la ferma intenzione della vittima di non cedere alle richieste estorsive.

Le indagini dei carabinieri e il controllo criminale del territorio

Le attività investigative svolte dall’Arma hanno consentito, in breve tempo, di circostanziare le responsabilità di Quitadamo, sia attraverso le testimonianze rese da persone informate sui fatti, sia attraverso una serie di perquisizioni domiciliari presso le residenze dei familiari del 42enne. In una di esse, in particolare, è stata trovata, tra le altre cose, una caldaia risultata essere stata asportata in uno dei tanti furti perpetrati proprio all’interno della villetta in questione. Il metodo criminale utilizzato dal pregiudicato è quello tipico del controllo criminale del territorio: la vittima veniva avvicinata con richieste estorsive al fine di garantirgli la protezione da furti e danneggiamenti, che nel frattempo venivano posti in essere su disposizioni dello stesso estorsore. Da un lato, quindi, la richiesta di denaro; dall’altro, eventualmente, la garanzia del perseguimento comunque di un vantaggio, dato dalla inevitabile perdita di valore del bene e dalla possibilità di acquisirlo nella propria sfera di controllo.

Chi è Antonio Quitadamo, detto “Baffino”

Quitadamo è ritenuto elemento di spicco della criminalità garganica, contiguo alla famiglia Romito di Manfredonia, non è certo nuovo ad imputazioni estorsive. Spesso è stato coinvolto in operazioni di polizia che hanno avuto come obiettivo la criminalità operante sull’area Manfredonia – Mattinata – Vieste. Non ultimo, il 31 ottobre del 2016, era stato tratto in arresto su ordinanza di custodia cautelare proprio dai carabinieri di Manfredonia nell’ambito dell’operazione “Ariete” assieme agli altri componenti del gruppo criminale che si stava apprestando a dare l'assalto ad un furgone portavalori tra Mattinata e Vieste, in un tratto stradale rientrante proprio nel territorio sotto il controllo dei Quitadamo. Alla luce degli elementi raccolti dall’Arma, sottoposti al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, nessun dubbio quindi è emerso circa la configurabilità del delitto di estorsione tentata continuata. Le modalità del fatto, poi, e la personalità criminale di Quitadamo, già gravato da numerosi precedenti, anche specifici, ne attestano una capacità delinquenziale che già di per sé sola basta a fondare un concreto pericolo di reiterazione criminosa. Condotto presso il Comando della Compagnia Carabinieri di Manfredonia, al termine delle formalità il Quitadamo è stato condotto presso il carcere di Foggia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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