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Cronaca Manfredonia

Irrompe in casa e minaccia con un coltello il compagno della madre: padre e figlio 16enne arrestati per tentato omicidio

E' accaduto ieri a Manfredonia. In manette un 40enne e il figlio 16enne. Risponderanno entrambi, a vario titolo, dei reati di tentato omicidio, violazione di domicilio e atti persecutori

Padre e figlio arrestati dai carabinieri, a Manfredonia, al culmine di una triste vicenda di odio familiare. I reati contestati sono gravi: tentato omicidio, violazione di domicilio e atti persecutori.

Il fatto risale alla serata di ieri, quando i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Manfredonia, a conclusione degli accertamenti e delle attività d’indagine svolte a seguito di un intervento effettuato nelle ore precedenti in piazza Salvemini, hanno arrestato in flagranza di reato un minore di 16 anni e suo padre, un 40enne del posto, entrambi già noti alle Forze dell’Ordine, per i gravi reati di tentato omicidio il primo e di violazione di domicilio nonché per atti persecutori.

In particolare, una pattuglia di carabinieri è intervenuta presso l’abitazione della madre del minorenne poi arrestato e allo stesso tempo moglie del 40enne dal quale si sta separando e con il quale sono - tra l’altro - da tempo in atto dissidi per pregresse aggressioni verbali e fisiche già denunciate. L’attivazione dei militari è scaturita in relazione alla richiesta di aiuto pervenuta dalla donna, che lamentava telefonicamente al 112 un’aggressione in atto da parte di entrambi.

Nello specifico, la donna e le persone presenti in casa riferivano che, mentre loro stavano riposando, padre e figlio si erano introdotti arbitrariamente nella loro abitazione, scavalcando la recinzione che aveva il cancello chiuso in quel momento e penetrandovi all’interno della casa attraverso la porta finestra del soggiorno, lasciata invece aperta a causa della calura estiva. Una volta entrati, i due minacciavano di morte l’attuale compagno convivente della donna, con la quale quest’ultimo aveva avuto nel frattempo anche un bambino, venendo poi respinti e cacciati di casa quando, sull’uscio della porta, il minorenne rompeva il vetro della porta-finestra del bagno, posto accanto all’ingresso, entrando nuovamente nel domicilio, per aggredire alle spalle il nuovo compagno della madre, venendo comunque nuovamente fermato dalla stessa e dalla sorella maggiorenne, residente appunto presso l’abitazione materna e presente in casa assieme ad altri tre fratelli minorenni, i quali si frapponevano tra l’aggressore e l’aggredito.

Durante tali concitati momenti, il minorenne alzava in alto il braccio destro, potendo così far vedere ai presenti che impugnava un coltello, che sino ad allora aveva celato subdolamente appoggiandolo con il dorso della lama dietro il proprio avambraccio, puntandolo quindi in direzione del compagno della madre, minacciando sempre di ucciderlo.

Il 16enne passava subito dopo alle vie di fatto, cercando di colpirlo da brevissima distanza, con un fendente diretto verso il collo dell’uomo, non riuscendoci solo grazie al provvidenziale quanto coraggioso intervento della sorella maggiorenne, che cercava di parare o comunque di deviare il colpo inferto con il coltello, frapponendo la sua mano destra lungo la traiettoria, riportando così a sua volta un taglio al dorso di quella mano, giudicato guaribile in sei giorni dal Pronto Soccorso di Manfredonia, dove poi la ragazza sarebbe recata per le cure del caso.

Intuendo che la madre stava allertando i carabinieri per chiedere aiuto, il minorenne in questione e suo padre uscivano di casa e si dileguavano, dopo aver scavalcato la recinzione esterna, per poi ritornarvi subito dopo, senza sapere che nel frattempo era arrivata sul posto anche la pattuglia dei carabinieri poco prima preallertata. I militari potevano così sorprendere padre e figlio mentre tentavano di introdursi nuovamente all’interno dell’abitazione, scavalcando di nuovo la recinzione con il cancello sempre rimasto chiuso.

Il minorenne, che aveva ormai oltrepassato il recinto, diretto con fare minaccioso verso la madre ed il suo compagno, si trovava di conseguenza di fronte i carabinieri, motivo per cui ritornava sui propri passi, scavalcando per l’ennesima volta la recinzione ed allertando il padre di tutto ciò, che nel frattempo stava anch’egli arrampicandosi per raggiungerlo. I due, quindi, tentavano di darsi alla fuga diretti verso il furgone dell’uomo, con cui erano in precedenza sopraggiunti, venendo però questa volta fermati dai militari. Nonostante la presenza dei militari dell’Arma, padre e figlio continuavano imperterriti a minacciare di morte la donna ed il suo attuale compagno, rendendo così necessario l’intervento di altre tre pattuglie, che giungevano poco dopo, ristabilendo così l’ordine ed apprendendo che l’uomo da tempo aveva posto in essere una serie di molestie, minacce e aggressioni, per telefono ed anche di persona, nei confronti della ex moglie, configuranti altresì il reato di atti persecutori, il tutto persistente addirittura da oltre un anno e mezzo, fatti mai denunciati prima di quel momento dalla vittima, in quanto probabilmente sfiduciata ed impaurita.

Padre e figlio venivano quindi perquisiti nell’immediatezza, senza che fosse rinvenuto il coltello utilizzato durante l’aggressione posta in essere, di cui i due si erano evidentemente disfatti, ma venendo trovati invece in possesso di gr. 0,59 di hashish, occultati nel binario del portellone laterale del furgone dell’uomo, nonché di altri tre coltelli rinvenuti al suo interno e posti in sequestro penale dai militari. I carabinieri estendevano poi la perquisizione all’abitazione del 16enne e di suo padre, che condividono con il nonno paterno, un ultrasessantenne, anch’egli già noto alle Forze dell’Ordine per pregresse vicende, dove si rivenivano ulteriori gr. 23,04 di hashish in un unico pezzo, nonché in vista su di un frigorifero 86 pacchetti di sigarette di varie marche privi di contrassegno del monopolio e la somma di 535 € in banconote di vario taglio, ritenuta dagli investigatori essere il provento dell’illecita attività posta in essere, materiale idoneo al confezionamento dello stupefacente, ed ancora due coltelli verosimilmente intrisi di hashish, il telefono cellulare utilizzato per porre in essere parte degli atti persecutori denunciati dalla vittima ed una pistola a salve priva di tappo rosso, il tutto occiamente posto in sequestro.

Per tale motivo, oltre al padre e al figlio arrestati, anche l’ultrasessantenne è stato denunciato a piede libero all’Autorità Giudiziaria per la detenzione illecita della sostanza stupefacente rinvenuta; nei confronti di tutti e tre i carabinieri procedevano anche alla contestazione per la detenzione dei tabacchi lavorati esteri di contrabbando trovati in casa. Immediatamente informati, i Pubblici Ministeri della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bari e del Tribunale Ordinario di Foggia, gli stessi disponevano, ciascuno per la parte di propria competenza, che il minorenne fosse tradotto ed associato all’Istituto Penale Minorile di Bari, mentre il padre posto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, in attesa delle relative udienze di convalida. I gravi fatti accertati dai Carabinieri nella vicenda in questione rappresentano l’epilogo di una triste storia di odio familiare, maturato e cresciuto all’interno delle mura domestica in maniera alquanto “sommersa”. Per tale ragione, ancora una volta, è fondamentale invitare la cittadinanza a denunciare sempre ogni situazione di violenza ma anche di minaccia ai carabinieri, per poter così scongiurare fatti potenzialmente tragici. 

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