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Cronaca Zona 167 - Via Lucera / Via Lucera

Claudio Soccio “obiettivo facile” in una guerra di mafia: arrestato presunto omicida

Per gli inquirenti di Foggia e Bari, a rispondere dell'omicidio del 13 aprile 2011 sarà Leonardo Gesualdo, 27enne pregiudicato, arrestato questa mattina con altre 5 persone per reati "satelliti" relativi alle armi

Lo scenario delineato dagli inquirenti è quello di una lucida e pianificata guerra di mafia. “In guerra un soldato è uguale all’altro, conta solo l’appartenenza, la casacca” ha sintetizzato il procuratore aggiunto Pasquale Drago. Si inquadra, dunque, in questa logica spietata, di appartenenza e vicinanza a batterie criminali contrapposte, l’omicidio di Claudio Soccio, il 20enne assassinato sotto casa della madre, in via Lucera, il 14 aprile del 2011 e ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Sinesi-Francavilla. “Evidentemente era l’obiettivo più facile, più esposto, da colpire nell’ottica di una più ampia guerra di mafia” programmata mossa dopo mossa”, stigmatizza il sostituto procuratore della DDA di Bari, Giuseppe Gatti.

Non un episodio scatenante, non uno “sgarro” compiuto in particolare, ma la rottura di una temporanea “pax criminale” tra le parti, in generale. Nel crinale spezzato di questi rapporti – secondo l’ipotesi investigativa così portata avanti - è caduto vittima anche Claudio Soccio. A distanza di due anni, gli agenti della squadra mobile di Foggia hanno tratto in arresto il presunto assassino del 20enne, arrestato insieme ad altri cinque soggetti variamente legati alla malavita organizzata.

Via Lucera: omicidio Claudio Soccio, le foto

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I provvedimenti restrittivi fanno riferimento agli episodi criminali che hanno interessato il capoluogo dauno nel 2011, e di cui l’omicidio Soccio rappresenta l’episodio apicale. In quel periodo infatti – ritengono gli inquirenti – il clan dei Sinesi-Francavilla aveva dato vita ad una nuova guerra di mafia contro l’avversa fazione dei Pellegrino-Moretti: furono innumerevoli gli episodi violenti in quel periodo, molti dei quali nemmeno denunciati alle forze di polizia.

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Per gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia, della Procura di Foggia e della squadra mobile, a rispondere di quell’omicidio sarà il 27enne pregiudicato Leonardo Gesualdo. Lo stesso, già noto per episodi criminali di elevato spessore (era stato condannato e poi assolto in appello per l’omicidio di Antonio Cassitti, il dipendente della ditta di spedizione TNT ucciso nel 2005 durante un tentativo di rapina), sarebbe assurto a killer del gruppo criminale del clan Moretti-Pellegrino, per conto del quale avrebbe compiuto materialmente l’esecuzione di Soccio.

Quindici, nel complesso, i colpi di pistola esplosi all’indirizzo del 20enne, undici calibro 32 e quattro calibro 7.62. Molti centrarono l’autovettura della vittima – una Audi A3 - quattro invece colpirono il giovane alle gambe, alla spalla infine alla testa. Gesualdo  – all’epoca dei fatti 25enne si sarebbe nascosto tra le auto in sosta tra via Lucera, in attesa del rientro in città del “sammarchese”, che aveva passato alcuni giorni a Varese, a casa di amici. Quando ha visto Soccio sopraggiungere, Gesualdo sarebbe riuscito a ferirlo mortalmente e ad andare via indisturbato.

OMICIDIO SOCCIO: VIDEO E INTERCETTAZIONI

Tutto in una manciata di minuti: le immagini riprese dalla videocamera di un sistema di videosorveglianza della zona, riprenderebbero il Gesualdo, in compagnia di un complice, attendere l’arrivo di Soccio e fuggire dopo pochi minuti. Nel corso dell’attività investigativa, altre cinque persone sono state arrestate per reati ‘satelliti’ relativi alle armi (con l’aggravante dell’articolo 7, del metodo mafioso). Si tratta di Savino Ariostino, di 44 anni, Luigi Galano e Salvatore Antonio (quest’ultimo arrestato dai carabinieri), entrambi di 22, e Antonio Gesualdo (padre il Leonardo) di 57 anni e Pellegrino Pepe di 39 anni, questi ultimi ai domiciliari.

Si tratta di una lotta di mafia che ha radici antiche – l’onore, l’appartenenza la vendetta – e pericolose ramificazioni e appendici moderne. “E questo – spiega ancora Gatti - perché coinvolge nuove leve della criminalità foggiana, che agiscono con tanto di proclami di guerra su facebook e sui social network”.

“Questo omicidio avvenne nella popolosa via Lucera, dalla quale non abbiamo ricevuto una sola indicazione”, ha spiegato il dirigente della Mobile, Alfredo Fabbrocini. “Oggi, a distanza di quasi due anni, posso affermare che le cose stanno lentamente cambiando, in meglio. Non possiamo raggiungere questi risultati da soli: abbiamo bisogno della collaborazione della cittadinanza”, conclude anticipando che sulla questione sono in corso ulteriori indagini e ulteriori sviluppi.

OMICIDIO VIA LUCERA 14 APRILE 2011: VIDEO

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