"Landella è sereno e pronto a chiarire". L'avv. Curtotti: "Stupisce credibilità accordata al suo peggiore nemico e accusatore Iaccarino"
Il commento del legale del primo cittadino dimissionario, l'avvocato Michele Curtotti. "Attendiamo di rispondere quanto prima alle domande del gip. Sin dal primo momento, infatti, ha chiesto di essere ascoltato dalla Procura. E’ già successo pochi giorni fa, e oggi apprendiamo che è stato sentito mentre la richiesta cautelare era stata già avanzata”
“Il mio assistito è sereno e pronto a chiarire la sua posizione. Certamente è rimasto stupito dalla grande credibilità che è stata accordata al suo peggiore accusatore e nemico di sempre, ovvero Leonardo Iaccarino”.
Questo il commento dell’avvocato Michele Curtotti, legale del sindaco dimissionario di Foggia, Franco Landella, arrestato questa mattina con l’accusa di tentata concussione e corruzione, ipotesi di reato, quest’ultima, condivisa con la moglie Daniela Di Donna (raggiunta da una misura di interdizione dai pubblici uffici), i consiglieri comunali Antonio Capotosto e Dario Iacovangelo, e l’imprenditore Paolo Tonti, tutti ai domiciliari.
“Attendiamo di poter leggere le carte a sostegno di questa ordinanza cautelare perché, allo stato, non ne abbiamo ancora piena contezza. E contiamo di poter rispondere quanto prima davanti al gip”, continua il legale. “Sin dal primo momento, infatti, il sindaco ha chiesto di essere ascoltato dalla Procura. E’ già successo pochi giorni fa, e oggi apprendiamo che è stato sentito mentre la richiesta cautelare era stata già avanzata”.
“In quella occasione - continua il legale - i pubblici ministeri non hanno inteso rivolgergli domande a chiarimento della vicenda, nonostante la richiesta cautelare già avanzata, e questo da un po’ di amarezza”, conclude.
Il primo cittadino, come è sintetizzato nelle pagine dell’ordinanza firmata dal gip Antonio Sicuranza, è accusato di aver intascato una tangente “di almeno 32mila euro” dall'imprenditore edile Paolo Tonti per il rinnovo di una proroga di concessione urbanistica. Tale somma di denaro sarebbe stata poi divisa, per il tramite della consorte (dipendente comunale), con altri consiglieri comunali. Tutti indagati: alcuni raggiunti da misure cautelari, altri no. Di qui l’ipotesi di reato di corruzione.
Ancora, il primo cittadino dimissionario avrebbe richiesto la somma di 500mila euro (poi ridotta a 300mila) ad un imprenditore interessato a subentrare nell’appalto milionario avente ad oggetto il project financing per i lavori di riqualificazione ed adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione nel Comune di Foggia. Di qui l’accusa per tentata concussione.
“Sono accuse che si fondano sui ‘si dice’, sui ‘parrebbe che’ e su ‘voci’. Di concreto c’è ben poco”, conclude Curtotti. Di diverso avviso, invece, il procuratore capo Ludovico Vaccaro che, tratteggiando - seppure in modo molto scarno l’attività (sono in corso ulteriori indagini) - ha tenuto a precisare: “Le fonti di prova sono tante. Ci sono le dichiarazioni della persona offesa, la registrazione di una conversazione tra i due, quella di un colloquio avvenuto tra l’imprenditore e Iaccarino e altre intercettazioni telefoniche e ambientali”.