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C'è chi si ribella al pizzo, tramite nuove leve uomo vicino al clan voleva 200 euro al mese come "polizza assicurativa": arrestato

Tommaso D'Angelo è accusato di essere il mandante dell'estorsione a uno dei titolari di un negozio di casalinghi a Foggia. Il 5 dicembre erano stati arrestati due ragazzi incensurati

E' ritenuto continguo alla batteria della Società Foggiana 'Moretti-Pellegrino-Lanza', Tommaso D'Angelo, il pregiudicato 34enne raggiunto ieri da una ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dagli agenti della Squadra Mobile di Foggia ed emessa dal Gip del Tribunale di del capoluogo dauno al termine delle indagini espletate, coordinate e dirette dalla locale Procura della Repubblica.

Gravemente indiziato del reato di estorsione commesso il 5 dicembre scorso ai danni di un negozio di casalinghi in concorso con due ragazzi incensurati e tratti in arresto in flagranza di reato dai poliziotti della Squadra Mobile, l'uomo è accusato di essere il mandante.

Il primo dicembre dello stesso mese uno dei titolari dell'attività commerciale aveva trovato sul portone della propria abitazione una busta da lettere contenente una missiva minatoria al cui interno si chiedeva a titolo di "polizza assicurativa", 200 euro al mese per evitare di subire ritorsioni. All’interno della richiesta estorsiva veniva altresì specificato che l’emissario si sarebbe presentato presso il locale per il pagamento, simulando l’acquisto di cinque buste per lettere. 

Nel tardo pomeriggio del 5 dicembre, gli agenti notavano un giovane entrare nel negozio e ritirare effettivamente il materiale con all'interno due banconote da 100 euro. Tempestivo l'intervento dei poliziotti che all'uscita del negozio fermavano e arrestavano i due ragazzi incensurati mentre erano intenti a controllare il contenuto della busta.

I successivi approfondimenti posti in essere dagli investigatori della Squadra Mobile, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica di Foggia, conseguenti all’arresto dei due giovanissimi ragazzi, tramite tecniche di investigazione tradizionale, coniugate con l’attivazione di presidi tecnologici, evidenziavano il ruolo del D'Angelo, quale mandante dell'attività estorsiva. Ad incastrare il 34enne, i contatti telefonici con i due ragazzi, anche poco prima di ritirare il pizzo e le intercettazioni ambientali in carcere.

La vicenda "costituisce un importante risultato conseguito dagli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, in quanto, in tempi strettissimi, grazie alla collaborazione attiva delle vittime, che si sono rivolti alle istituzioni, ha permesso di arrestare non solo gli esecutori materiali, ma anche di individuarne, in una indagine “lampo”, il mandante, fornendo una rapida ed efficace risposta alla recrudescenza del fenomeno estorsivo".

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