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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Cerignola

Pestato a sangue per un sorpasso. L'aggressore intercettato: "Ha visto la morte in mezzo agli occhi"

L'episodio avvenuto in piazza Santa Barbara a Cerignola è finito nelle carte dell'inchiesta Cocktail

Nelle carte dell'operazione ribattezzata 'Cocktail', che giovedì mattina ha portato all'arresto di 24 persone, vengono esplicitati nomi e capi d’accusa.

Il numero 59 riguarda il tentato omicidio contestato a uno degli arrestati, il classe 1971 Walter Dimmito, ‘perché, in concorso con soggetti non identificati ed agendo con premeditazione e in più persone riunite, poneva in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a determinare la morte di C.N., cagionandogli lesioni personali gravissime’, si legge.

La vicenda risale al 7 luglio 2017 quando a Cerignola, in piazza Santa Barbara, un soggetto venne pestato a sangue da tre persone per un diverbio scaturito da un sorpasso tra auto avvenuto giorni prima nei pressi della Statale 16 all’uscita della scuola di Agraria. In quella circostanza Walter Dimmito, indispettito dall'affronto, aveva scattato una fotografia alla targa della Bmw per risalire all’identità del conducente, chiesto e ottenuto informazioni sul proprietario. 

Il 7 luglio, giorno del pestaggio, aveva contattato C.N. più volte al telefono intrattenendo con lui una conversazione di 46 secondi. Dopo le 20, insieme ad altre due persone, lo aveva raggiunto nei pressi della sua abitazione.

Chiarissima la dinamica: la vittima parcheggia e scende dall'auto, uno dei tre malintenzionati gli si avvicina e lo ferma con un pretesto. E' in questo preciso istante che Walter Dimmito gli si avventa contro colpendolo con un violento pugno alla testa. 

Indifeso, quasi privo di sensi e a terra, il malcapitato viene raggiunto da una raffica di calci sul viso e sul fianco destro, che gli provocano la rottura del naso e della milza, con copiosa emorragia e conseguente rischio di morte. Strazianti le urla.

Il cognato della vittima si precipita sul luogo dell'aggressione, carica in auto il corpo semi cosciente del parente e lo accompagna in ospedale. L'aggredito  riporta un trauma toracico chiuso con frattura della VII costola di sinistra, pneumotorace omolaterale, frattura delle ossa nasali ed emoperitone da rottura traumatica della milza. L'organo, evidentemente spappolato a seguito delle percosse subite, gli viene asportato durante un intervento chirurgico.

In una conversazione intercettata il 1 giugno 2018, Dimmito si compiace dell’aggressione: “Io a questo l’ho picchiato, si l’ho picchiato...io a quello gli ho rotto le costole e si è tolto la milza. Gli ho tirato 4-5 pungi forti...gli ho tirato un pugno in faccia e se ne andò di testa...si spaccò da una parte all’altra...gli tirai 4-5 pugni belli forti e broom, è sbattuto per terra...ha visto la morte in mezzo agli occhi. Mi fece una cosa che non doveva fare, forse mi sono sbagliato a dire che ha risposto male...non ci ho parlato proprio...come l’ho visto...come lo vidi l’ho stracciato in due secondi...è sbattuto per terra là...meno male che dopo che l’ho rotto la faccia…me la sono visto da solo”.

In un’altra intercettazione, la vittima riferisce testualmente al suo interlocutore: “Io sto sentendo che mi vuoi ammazzare! Mi avresti 'scafasciato'…perché le devo prendere così sopra una cazzata!".

Dalla vicenda e dalle numerose intercettazioni ambientali e telefoniche, è emerso il contesto palesemente omertoso in virtù del diffuso timore generale di poter incorrere in gravi ritorsioni personali. Tuttavia, il complesso delle intercettazioni ha consentito di comprendere la causa scatenante ed i motivi dell’aggressione.

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