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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca San Paolo di Civitate

Fidanzata lo lascia e lui perde la testa: "Ti ammazzo, conosco mafia sanseverese"

Il fatto è accaduto a San Paolo di Civitate, dove vive la vittima della storia una ragazza di 19 anni. I due si erano conosciuti su Facebook, ma la gelosia dell'uomo ha sancito la fine della relazione. E l'inizio delle persecuzioni

Si erano conosciuti su Facebook, noto social network, circa un anno fa. Ma sin dai primi mesi la relazione tra un 28enne di Cagnano Varano e una 18enne di San Paolo di Civitate si era incrinata, a causa dell’eccessiva gelosia di lui e della sua condotta aggressiva e violenta. Così ben presto è arrivata la decisione della ragazza di interrompere la relazione, decisione non accettata dal 28enne, ora ai domiciliari su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Foggia. Si tratta di P.I., di Cagnano Varano, ritenuto responsabile dei reati di stalking, lesioni personali, minacce, ingiuria, diffamazione e percosse ai danni della sua ex fidanzata e dei suoi familiari, con l’aggravante della continuazione.

La vittima, stanca delle continue vessazioni subite, nell’agosto scorso aveva deciso di rivolgersi ai carabinieri della stazione di San Paolo di Civitate per sporgere denuncia e porre fine ai continui comportamenti violenti e persecutori del compagno. Il 28enne, però, non riusciva ad accettare la fine della relazione iniziando una vera e propria persecuzione nei confronti della ex ragazza e dei componenti della sua famiglia, in più circostanze aggrediti e minacciati. 

Molteplici gli episodi nel corso dei quali la donna, dopo essere stata a lungo pedinata per le vie cittadine, veniva ingiuriata ed apostrofata con epiteti volgari; continue le chiamate ricevute sul cellulare, e numerosi gli appostamenti sotto casa di lei, tanto da non permetterle di uscire. Inoltre, in più di una occasione, il 28enne la minacciava di morte, vantando di avere con sé un coltello e di conoscere la mafia sanseverese.

Pesanti anche le diffamazioni verso la vittima e i suoi familiari, attuate mediante scritte murali, via internet e recapitando loro “pizzini” ingiuriosi e minacciosi. Le denunce della donna venivano puntualmente riscontrate dai militari grazie a testimonianze, immagini acquisite ed il sequestro dei pizzini diffamanti. L’uomo, come disposto dal giudice competente, è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari nella sua abitazione.

     

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