rotate-mobile
Cronaca Cerignola

Così Biancofiore e Bonassisa volevano corrompere Metta: la ‘mazzetta’ e gli sms che inchiodano gli imprenditori

Il 7 dicembre 2016 Rocco Bonassisa, su indicazione di Gerardo Biancofiore, ha consegnato al sindaco di Cerignola una scatola di pasticcini con dentro 20mila euro. Il presidente regionale Ance è stato arrestato

Gerardo Biancofiore “personalità spregiudicata e incline a delinquere”

“Sussistono esigenze cautelari da tutelare, in relazione al pericolo, concreto ed attuale, di reiterazione di delitti della stessa specie (…). Le modalità del fatto – in particolare la consegna di denaro senza previo accordo con il pubblico ufficiale da corrompere e affidando l'incarico di eseguirla materialmente al complice- sono sintomatiche di un'abitudine a comportamenti di questo tipo e quindi di una personalità spregiudicata, incline a chiedere vantaggi illeciti nei rapporti con la pubblica amministrazione”. E' la descrizione che il giudice per le indagini preliminari, Marco Ferrucci, fa di Gerardo Biancofiore nell'ordinanza con cui dispone la detenzione domiciliare del presidente regionale dell'Ance (da ieri autosospeso), indagato nell'ambito del fattaccio della mazzetta da ventimila euro al sindaco di Cerignola e presidente del Consorzio di Igiene Ambientale Foggia 4, Franco Metta, avvenuta il 7 dicembre dell'anno scorso, presumibilmente, l'accusa, per attirare il sindaco “dalla propria parte” nell'ambito del progetto di costruzione del VI lotto della discarica di Forcone-Cafiero, a cui era interessata l'ATI di Biancofiore e Bonassisa (imprenditore nel settore dei rifiuti). “Il fatto che il Biancofiore non si sia minimamente rappresentato l'ipotesi che il denaro offerto potesse essere rifiutato costituisce la spia del fatto che l'indagato consideri l'accettazione di denaro da parte di pubblici amministratori un fatto normale, con ciò mostrando di considerare in vendita le pubbliche funzioni e rivelando un bassissimo livello delle controspinte morali a delinquere”. “Personalità incline a delinquere”. E' pesante, pesantissima la descrizione che il gip fa dell'imprenditore cerignolano, impegnato da sempre, e almeno apparentemente, sul fronte virtuoso della legalità all'interno di Ance e Confindustria. Se non sono una pietra tombale su anni di parole spese nel nome della eticità e della integrità morale dell'uomo e dell'imprenditore, è dovuto solo al fatto che siamo alle fasi preliminari.

La consegna della ‘mazzetta’ al sindaco di Cerignola

Come ricostruito all'interno del dispositivo, “il 7 dicembre 2016, verso le 14.20 si era presentato presso gli uffici del Comune Rocco Bonassisa, sostenendo di avere un appuntamento col sindaco, che in quel momento si trovava in pausa pranzo con il capo di gabinetto Salvatore Amato, con il dirigente finanziario Giovanni Buquicchio, con l'assessore Carlo Dercole e con la segretaria particolare Ilda Colucci. (…) Ma poiché la data prefissata con Biancofiore per un incontro era il 14 dicembre, Metta rappresentava a Bonassisa che non poteva riceverlo. “Non ha importanza; evidentemente Gerardo non ha ben compreso. Comunque io volevo solamente farti gli auguri per Natale”, contestualmente porgendo al sindaco una busta colorata con tema natalizio. Metta torna nel suo ufficio, constata che si tratta di un pacco di pasticceria, invita i presenti a favorire. E' l'assessore Dercole ad aprire e a trovarsi dinanzi ad “un involucro, tipo quello dei pastifici, in cui era avvolta una busta trasparente contenente banconote, la prima delle quali da 500 euro, ed una busta bianca, anch'essa con banconote, la prima delle quali da 200euro”. Secondo la testimonianza di Dercole, Metta “va su tutte le furie”, intuisce il collegamento tra il denaro e la proposta di project financing presentata settimane addietro da Biancofiore e Bonassisa al Consorzio SIA sulla discarica di Forcone Cafiero ed allerta subito presidente e direttore di Sia, Giuseppe Devenuto e Michele Centola. Nel frattempo prova a chiamare due volte Bonassisa sul cellulare, altrettante Biancofiore, in ambedue i casi senza ottenere risposta . Allerta quindi commissario di Polizia e capitano dei Carabinieri.

La conversazione tra Metta e Biancofiore

Bonassisa ricontatta Metta, che lo invita con toni duri ad andare a riprendersi il denaro (“con chi pensi di avere a che fare?”). In quei momenti concitati, Biancofiore atterrava all'aeroporto di Milano dove avrebbe trascorso, con la famiglia, il ponte dell'Immacolata. Ricontattava quindi Metta, il sindaco raccontava l'accaduto facendo riferimento a “biscotti imbottiti”; Biancofiore, “non mostrandosi sorpreso, fa presente di trovarsi a Milano e di non potere fare nulla”. Alle 15.37 Metta riceve un sms dal presidente Ance: “Scusami Franco io rientro lunedì che posso fare? Grazie”, alla risposta di Metta “nulla”, Biancofiore replica “ti prego non stare sempre arrabbiato con me”; alle 16.35 giunge a Metta un nuovo sms “Scusa Franco, mi scuso se vuoi rientro da Milano non sono tranquillo. Dimmi tu”.

Il business della discarica

Nel formalizzare la denuncia – è scritto nel dispositivo - Metta ricostruisce quindi i rapporti con Bonassisa e Biancofiore, che riportano a due mesi prima, quando Biancofiore, ex amico e concittadino di Metta, gli chiede un appuntamento per discutere di un progetto di possibile interesse per lui, nella sua qualità di presidente del Consorzio Sia. Il giorno dell'incontro Biancofiore si presenta con Bonassisa, che Metta aveva conosciuto nella sua qualità di avvocato in un precedente processo penale a carico di Bonassisa. I due manifestano formalmente l'intenzione di sottoporre al consiglio di amministrazione di Sia una proposta di finanza per la realizzazione e successiva gestione del sesto lotto della discarica di rifiuti urbani da realizzarsi presso Sia. Metta invita i due a presentare la loro proposta al CdA, come in effetti avviene di lì a poco da parte di una costituenda ATI formata da Sedir srl (Biancofiore), Agecos (Bonassisa) e un terzo soggetto, Riccoboni spa (Claudio Cabri). Tuttavia, su richiesta formale di Metta, il CdA e l'assemblea avevano deciso di tentare con alcune banche la strada del finanziamento in proprio della discarica, senza ricorrere ai privati. E' in questo scenario che si inserisce la mazzetta.

Le versioni contrastanti degli indagati

Nelle testimonianze rese, Biancofiore avrebbe sostenuto di non sapere nulla della dazione di denaro né dell'incontro del 7, atteso che lui avrebbe dovuto incontrare Metta il 14 dicembre, una settimana dopo, per appianare divergenze di carattere personale che avevano incrinato il loro rapporto. Aggiungendo, Biancofiore, che l'iniziativa del progetto di finanza per la discarica era partita da Bonassisa. Radicalmente diversa la ricostruzione di Bonassisa: nel luglio 2016 era stato Gerardo Biancofiore a chiedergli di presentare una proposta congiunta per la costruzione e gestione del VI lotto; “la sua presenza sarebbe stata necessaria per garantire la riuscita della procedura amministrativa, mentre l'impresa di Bonassisa, da tempo operante nel settore dei rifiuti, avrebbe partecipato in quanto in possesso dei requisiti tecnici ed economici. Alle perplessità di Bonassisa (la cui impresa non aveva mai lavorato nel territorio di Cerignola, a causa della dilagante presenza della criminalità), Biancofiore aveva replicato garantendo la riuscita dell'operazione”. In un successivo incontro preparatorio, secondo Bonassisa, Biancofiore aveva rappresentato la sua intenzione di “omaggiare” il sindaco con la consegna di 30.000/40.000 euro per facilitare l'approvazione del progetto; alle obiezioni del primo, il presidente avrebbe sottolineato la necessità della cosa, in modo da convincere il sindaco a “stare sempre più dalla loro parte”, anche per il futuro, dovendo Metta rimanere in carica almeno altri 3-4 anni. “Da come si era espresso era parso a Bonassisa che con Metta vi fosse già un accordo”; accetta di portare personalmente il denaro, dovendo Biancofiore partire per Madonna di Campiglio.

Gli sms tra Biancofiore e Bonassisa

Alle 15.16 di quel 7 dicembre Biancofiore chiede a Bonassisa “Tutto ok”, Bonassisa “Per niente!!! Devi tornare urgentemente!!!”; alla richiesta di Biancofiore di ulteriori spiegazioni, “Cioè, cosa è successo, cosa ti ha detto”, Bonassisa replica di “aver fatto” ma che Metta lo ha chiamato subito incavolato “come una bestia” e apostrofandolo come “pazzo” e richiede una soluzione urgente, “Devi mettere pezze...ma subito – a mio avviso prima torni e parli e più speranze abbiamo di mettere una pezza”.

L’arresto per istigazione alla corruzione

“Gli elementi evidenziati – scrive il gip - integrano una base indiziaria grave a carico di Gerardo Biancofiore in ordine al delitto di istigazione alla corruzione oggetto della contestazione provvisoria. Le dichiarazioni di Rocco Bonassisa, il quale ammette le proprie responsabilità chiamando in correità Biancofiore, sono confermate nella loro attendibilità da plurimi elementi di riscontro esterno. (…). Come “personalità incline a delinquere”, Biancofiore finisce agli arresti domiciliari. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Così Biancofiore e Bonassisa volevano corrompere Metta: la ‘mazzetta’ e gli sms che inchiodano gli imprenditori

FoggiaToday è in caricamento