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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Vieste / Via Gioacchino Rossini

Omicidio Nardella: arrestato 21enne per la rapina finita in tragedia

A distanza di quattro mesi, gli stessi agenti di polizia hanno individuato ed arrestato anche il suo complice: si tratta di un altro giovanissimo, Amin Er Raouy, di 21 anni, viestano di origini marocchine

Una rapina che finì in tragedia. E’ quella consumata lo scorso 11 novembre, all'interno di una rivendita di bibite in via Rossini, in pieno centro, a Vieste, sul Gargano. Con una coltellata al torace, al termine di una violenta colluttazione, morì Mario Nardella, di 40 anni, figlio del titolare del negozio. Un fendente piazzato nel petto per difendere un incasso di poche decine di euro. Un episodio che sconvolse la cittadina garganica e per il quale, gli agenti del commissariato di Manfredonia arrestarono, nel giro di poche ore, il viestano Silvio Stramacchia, di 26 anni.

A distanza di quattro mesi, gli stessi agenti di polizia hanno individuato ed arrestato anche il suo complice: si tratta di un altro giovanissimo, Amin Er Raouy, di 21 anni, viestano di origini marocchine, arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Foggia su richiesta del Pubblico Ministero Paola Palumbo. La stessa ordinanza è stata notificata in carcere a Silvio Stramacchia al quale, oltre all’omicidio di Mario Nardella, viene contestato un ulteriore tentativo di rapina effettuato qualche ora prima il fatto, in danno di un altro esercizio commerciale di Vieste, dedito alla vendita all’ingrosso ed al dettaglio di bevande.

Omicidio a Vieste: ucciso durante rapina, foto R. D'Agostino

Verso le 18.45 dell’undici novembre, Stramacchia fece irruzione, armato di un grosso coltello da cucina, nell’esercizio commerciale di Mario Nardella. La minaccia dell'arma non intimorì Nardella, che reagì al tentativo di rapina ingaggiando una colluttazione con il 26enne. Era solo nel negozio, solo nel violento corpo a corpo terminato nel sangue. Un unico fendente ma ben piazzato, che gli perforò il polmone. Le sue condizioni furono giudicate dai sanitari disperate. A nulla valsero i tentativi di salvargli la vita: troppo grave la ferita riportata; lo choc emorragico fece il resto. Nardella morì tre ore dopo l'aggressione, mentre la polizia riuscì ad individuare ed arrestare il principale sospettato: Silvio Stramacchia, appunto.

Nei successivi interrogatori, il 26enne non parlò mai di eventuali complici; le sue dichiarazioni però non convinsero gli inquirenti. Sospetti che hanno poi trovato puntale conferma nelle risultanze investigative: nelle intercettazioni, infatti, l’arrestato faceva ripetutamente riferimento al suo “complice marocchino”, sospettato addirittura di averlo “venduto alla polizia”, raccontando le fasi salienti dell’accaduto e spifferando la sua presenza sul posto. Alla luce di tutti questi elementi, il gip ha ritenuto che vi fossero gravi indizi di colpevolezza a carico di Amin Er Raouy, in ordine alla partecipazione alla rapina ed all’omicidio di Nardella: avrebbe fornito il coltello per uccidere il commerciante, avrebbe fatto da palo per la rapina finita nel sangue e avrebbe nascosto gli indumenti del complice nella sua abitazione. Tutti fatti contestati a titolo di concorso ordinario. Il giovane è stato arrestato a Jesolo, dove lo stesso si era rifugiato subito dopo il fatto.

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