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Cronaca

Guerriglia Val Di Susa: arresti movimento "No Tav" anche a Foggia

E' di 40 arresti il bilancio sui violentissimi scontri che si scatenarono il 27 giugno e il 3 luglio 2011. In manette esponenti di centri sociali, un ex brigatista, studenti, minorenni, attivisti di partito e sindacato

Il blitz è scattato ieri del mattino, con arresti e perquisizioni in tutta Italia che puntano a stroncare quella che viene definita dagli inquirenti, in un primo momento, l'ala più dura del movimento No Tav.

Venticinque ordini di custodia cautelare in carcere (che sono scesi a 24 nel pomeriggio dopo il rilascio di una donna incinta), uno agli arresti domiciliari, 15 provvedimenti di obbligo di dimora e un divieto di entrare nella provincia di Torino, sono il bilancio finale dell'inchiesta della Digos e della procura di Torino sui violentissimi scontri che si scatenarono in Valle di Susa il 27 giugno e il 3 luglio dello scorso anno.

Scontri che costarono 211 feriti tra poliziotti e carabinieri. Nella rete finiscono esponenti dei centri sociali, un ex brigatista, studenti universitari, attivisti di partito e di sindacato, persino tre minorenni (denunciati).

Abitano a Torino, Milano, Bergamo, Belluno, Foggia, Sassuolo, Genova, Roma, Parma, Macerata, Cremona, Cosenza, in Francia, ma tutti erano saliti in Valle di Susa per unirsi alle dimostrazioni dei No Tav e tutti, come risulta agli esperti della Digos dopo l'analisi di fotografie e filmati, invece di limitarsi a cantare slogan, hanno preso parte a quella che il gip Federico Bompieri ha definito senza mezzi termini "una guerriglia".

Il procuratore Gian Carlo Caselli precisa che non è un'inchiesta contro il movimento No Tav né contro la libertà di manifestare e nemmeno contro la Valle di Susa (solo due sono i valligiani arrestati), ma "un'operazione di cesello" diretta a perseguire singoli episodi di resistenza e lesioni.

E' un'inchiesta - dice il gip - che riguarda "movimenti dell'area anarchica e antagonista" ed è, comunque, contro soggetti che sono "da tempo impegnati in azioni di protesta contro le istituzioni", e quindi non solo contro il Tav.  "In Valle - osserva Caselli - si creò un punto di coagulo di forze diverse".

 

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