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Cronaca San Severo

Dopo la rocambolesca evasione, scattano gli arresti per Benito Di Canito & Co

I tre - l'evaso, la compagna e il 'fiancheggiatore' - risponderanno a vario titolo dei reati di procurata evasione e resistenza a un pubblico ufficiale. L'uomo è ritenuto vicino ai clan di San Severo

Risponderanno a vario titolo dei reati di procurata evasione e resistenza a un pubblico ufficiale. Si tratta dei sanseveresi Benito di Canito, della compagna e dell’amico fiancheggiatore.

Tutti e tre sono stati assicurati alla giustizia, dopo l’evasione commessa alcuni mesi fa dal Di Canito, che fu poi rintracciato e arrestato dalla polizia nella vicina Marina di Chieuti. Nel dettaglio, gli agenti della squadra mobile della questura di Foggia, in collaborazione con i colleghi del commissariato di San Severo e supportato dalle pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine ‘Puglia Settentrionale’, a seguito delle indagini coordinate e dirette dalla locale Procura della Repubblica, ha eseguito un provvedimento cautelare emesso dal gip presso il Tribunale di Foggia  a carico di tre soggetti, ritenuti, a vario titolo, responsabili di procurata evasione e resistenza a un pubblico ufficiale.

Stanato e arrestato latitante: preso Benito Di Canito, il 30enne ritenuto vicino ai clan mafiosi di San Severo

In particolare, lo scorso mese di aprile era stata disposta a carico di Benito Di Canito, classe 91, coinvolto nell’operazione “Ares” del 2019 e ritenuto vicino ai clan mafiosi di San Severo, la sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con quella più restrittiva della custodia cautelare in carcere. Tuttavia, in occasione dell’esecuzione del citato provvedimento, il giovane è andato in escandescenza minacciando gli operatori di polizia e, grazie all’agevolazione di un altro soggetto, di un anno più giovane e anche lui già noto alle forze dell’ordine, è riuscito a sfuggire.

Le attività di ricerca immediatamente attivate a seguito dell’evasione hanno consentito, il 14 aprile sc orso, di individuare e arrestare il fuggitivo a Marina di Chieuti. In quella circostanza, una donna, classe ’97 e compagna del Di Canito, si rese responsabile, durante i controlli di polizia, di gravi condotte di resistenza a pubblico ufficiale. Pertanto, nei confronti del fiancheggiatore, che risponde dei reati di procurata evasione e resistenza a un pubblico ufficiale, è stata disposta la misura cautelare del carcere. Di Canito e la compagna rispondono del reato di resistenza a un pubblico ufficiale: per lui è stato disposto il carcere, mentre per la donna gli arresti domiciliari.

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