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Cronaca Ordona

Blitz a Ordona, scoperta l'industria della marijuana: bloccato business da decine di milioni di euro

Da quanto sequestrato sarebbe stato possibile ricavare 356 kg di principio attivo puro per circa 14 milioni di dosi medie singole, per un valore commerciale stimato di decine di milioni di euro

Ci sono voluti tre giorni di lavoro per estirpare e distruggere gli oltre 180mila arbusti di cannabis indica scoperti in agro di Ordona, nei pressi di una cava dismessa in Contrada Cavallerizza, dove i carabinieri hanno scoperto una delle più grandi piantagioni di marijuana mai sequestrata in Italia.

Oltre 6 ettari di terreno destinati alla coltivazione, intensiva ed esclusiva, della ‘maria’; una piantagione che non è stata in alcun modo occultata - come accaduto in altre occasioni - sotto vigneti o uliveti. Al contrario, le piante erano state disposte in “filari” ordinati e venivano periodicamente potate in modo tale che gli arbusti non superassero mai i 60 cm di altezza e si sviluppassero in larghezza invece che in altezza: vista dall’alto, attraverso le ricognizioni aeree dei militari, infatti, doveva sembrare un comune campo di pomodori.

L’ispezione dei terreni, però, ha permesso di verificare che si trattava di un campo in cui si coltivava marijuana in modo industriale, mediante l’utilizzo di un complesso impianto di irrigazione ‘a goccia’ alimentato da due vasconi di acqua, suddiviso in solchi con l’ausilio di teli neri. Nel corso dell’ispezione, i militari hanno anche sequestrato un trattore privo di targa con carrello posteriore, sopra il quale erano riposti due cassoni per la raccolta dei pomodori (ma carichi di marijuana in foglie) e, a terra, delle ceste di plastica con cinture a spalla, parzialmente riempite della stessa sostanza, oltre a guanti e cesoie.

VIDEO | MAXI-PIANTAGIONE DI MARIJUANA A ORDONA

In zona, infatti, avveniva tutta la filiera dello stupefacente: dalla coltivazione alla produzione. Nei pressi del vascone, infatti, vi erano alcuni prefabbricati destinati alla trasformazione della materia prima, grazue ad una bilancia industriale, un macchinario per tritare le foglie e uno per facilitarne l’essiccazione. Per il fatto tre persone - due di nazionalità marocchina, l’altra del posto - sono state arrestate in flagranza di reato per coltivazione di sostanze stupefacenti in concorso con l’aggravante dell’ingente quantitativo. Gli arresti sono in fase di convalida.

Gli accertamenti del laboratorio analisi sostanze stupefacenti dei carabinieri hanno permesso di stabilire che da quanto sequestrato sarebbe stato possibile ricavare 356 kg di principio attivo puro, da cui ottenere circa 14 milioni di dosi medie singole, per un valore commerciale stimato di decine di milioni di euro. Si tratta, infatti, di uno dei più ingenti sequestri operati negli ultimi tempi, sul territorio nazionale. Sono in corso ulteriori indagini per individuare i canali di spaccio cui era destinato lo stupefacente, piazze ben più ampie di quelle locali e pugliesi.

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