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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca San Giovanni Rotondo

17 arresti, "presi i venditori di morte": così "i gemellini" controllavano lo spaccio nella città di San Pio (acquirenti da tutta la provincia)

Una doppia operazione sotto un unico nome, Salus, 17 arresti tra San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, San Severo e Margherita di Savoia. Si vantavano della "qualità del prodotto". I nomi

“Una operazione doppia, che va a colpire due gruppi di spacciatori diversi e afferenti ad aree geografiche diverse; due gruppi quindi non collegati tra loro, ma nei confronti dei quali abbiamo voluto agire in modo contestuale per affinità delittuosa. In questo modo abbiamo sia colpito la criminalità (gli spacciatori sono l’ultimo anello del crimine organizzato e dedito al narcotraffico), che salvaguardato i nostri ragazzi da questi 'venditori di morte'”.

Le immagini video del blitz

Pochi tratti bastano al Comandante provinciale dei carabinieri di Foggia, il colonnello Marco Aquilio, per illustrare l’operazione “Salus”, vasto blitz antidroga messo a segno all’alba di oggi, con il coordinamento della Procura di Foggia, per smantellare due gruppi di spacciatori attiviti principalmente sul Gargano (tra San Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis) e a Margherita di Savoia.

Complessivamente sono state eseguite misure cautelari a carico di 17 soggetti (10 sul Gargano e il resto nel territorio Bat) ritenuti responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti, per lo più cocaina, hashish e marijuana. Le misure cautelari giungono al termine di due autonome attività investigative, entrambe coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia. Più in particolare, i carabinieri della Compagnia di San Giovanni Rotondo  hanno proceduto all’arresto di dieci soggetti tra San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e San Severo (dove sono stati individuati due fornitori di stupefacente), ritenuti responsabili in concorso tra di loro di detenzione e spaccio di droga. In particolare, misure cautelari detentive sono state applicate a carico di Pietro Lombardi e del fratello Giovanni Pio (detti “i gemellini”), 29enni di San Giovanni Rotondo, di Matteo Lombardi, 34enne di San Marco in Lamis, di Pio Salvatore Cugino, 24enne di San Giovanni Rotondo, Vanessa Pia Cusenza, 25enne di San Giovanni Rotondo, Alessia Verderosa, 27enne di San Giovanni Rotondo, Angelo Soccio, 40enne di San Marco in Lamis, Carlo Manfredi, 40enne di San Severo, detto “Zio Carlo”, Michele Verga, 50enne di San Severo e Leonard Bregu, 26enne cittadino albanese da anni residente a San Giovanni Rotondo.

Tutti sono già noti alle forze dell’ordine. Anche questa vasta operazione, è il frutto di una articolata e prolungata attività di indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Foggia, questa volta con i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Giovanni Rotondo. Nel corso delle indagini, costituenti una “costola” dell’operazione “Quartiere”, iniziate nel settembre del 2017 e terminate nel marzo dell’anno successivo, i militari dell’Arma, coordinati dalla Procura della Repubblica, attraverso prolungati servizi di osservazione, pedinamento e controllo, supportati da sofisticate attività tecniche, quali intercettazioni telefoniche ed ambientali, ma soprattutto grazie alla visione delle immagini riprese da numerose telecamere abilmente nascoste in vari punti del paese, sono riusciti ed accertare numerosi episodi di spaccio di stupefacenti, anche qui di varie tipologie, quali marijuana, hashish e cocaina.

Le condotte delittuose accertate avevano luogo prevalentemente nei pressi dell’abitazione dei principali indagati, i gemelli Pietro e Giovanni Pio Lombardi (situata poco distante da palazzo di città), e all’interno di un bar della cittadina garganica, divenuti un autentico supermercato della droga (tra gli indagati figura anche il gestore). Le indagini, nell’accertare il notevole volume di affari raggiunto dal gruppo, hanno permesso di evidenziare un autentico salto di qualità dei “gemelli” nello specifico settore criminale. Questi, infatti, grazie a privilegiati rapporti con i più importanti fornitori dell’area, avevano acquisito il monopolio dello spaccio di stupefacenti sulla piazza di San Giovanni Rotondo. Dalle attività tecniche è emerso come loro stessi si vantassero del “servizio” offerto ai numerosi clienti, in ordine alla “qualità del prodotto”, tanto che giungevano numerosi acquirenti anche dai comuni limitrofi, così come hanno dimostrato sequestri ed arresti operati a scopo di riscontro nel corso delle indagini, che hanno interessato consumatori provenienti da San Marco in Lamis, Rignano Garganico, Manfredonia, Monte Sant’Angelo, Ischitella, San Nicandro Garganico e Cagnano Varano.

A questo proposito. nel corso delle attività sono state arrestate in flagranza quattro persone e sequestrati 30 grammi di cocaina, pari a 150 dosi, e un chilo di marijuana, pari a 12000 dosi, per un valore totale di vendita al dettaglio di circa 17.400 euro. L’indagine ha inoltre consentito di individuare i fornitori degli stupefacenti, identificati nei due soggetti arrestati oggi a San Severo, ovvero Carlo Manfredi e Michele Verga. A questi si rivolgevano e da loro acquistavano i vari tipi di droga per poi spacciarla al dettaglio.

Nel territorio Bat, invece, i carabinieri della compagnia di Cerignola hanno eseguito una ordinanza di misura cautelare nei confronti di Cosimo Damiano Valentino, cl. ’66, Antonio Citoli, cl. ’87, Giovanni Cassanelli, cl. ’71, Giuseppe Valentino, cl. ’91, e Francesco Valentino, cl. ’70, nei confronti dei quali il giudice ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere, nei confronti di Giuseppe Marrano, cl. ’83. per il quale è invece stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari, e infine nei confronti di P.C., cl. ’73, per la quale il Giudice ha disposto la misura del divieto di dimora nel Comune di Margherita di Savoia. Tutti i soggetti sono accusati di traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. L’indagine è scaturita il 5 giugno 2017, a seguito di un tentativo di omicidio nei confronti di Cosimo Damiano e Giuseppe Valentino. Le attività investigative immediatamente avviate da Procura e Carabinieri hanno consentito di individuare come possibile movente la gestione del traffico di sostanze stupefacenti a Margherita di Savoia. L’intuizione aveva quindi portato gli investigatori a focalizzare l’attenzione su una serie di soggetti, rivelatisi poi protagonisti di una fiorente attività di spaccio, particolarmente florida nel periodo estivo, nel comune rivierasco.

Le indagini hanno quindi dimostrato, grazie soprattutto all’utilizzo di telecamere nascoste, centinaia di cessioni di sostanze stupefacenti varie: marijuana, hashish e cocaina. La “base operativa” degli indagati era l’abitazione di Cosimo Damiano Valentino, dove quest’ultimo e la moglie, Daniela Pici, custodivano la droga, a cui i pusher giornalmente attingevano per il successivo smercio, soprattutto in via Fornello, via Garibaldi, Lungomare Cristoforo Colombo, piazzetta Belvedere Valerio e via Mongelli. Gli spacciatori, dopo aver prelevato il quantitativo di droga necessario, già confezionato in dosi, lo nascondevano in parte nelle fioriere di piazza Belvedere, in parte dietro un’impalcatura posta di fronte l’ingresso della vicina spiaggia libera, ed in parte sotto la sabbia.

Per gli spostamenti, i soggetti utilizzavano biciclette, con le quali potevano muoversi e confondersi facilmente tra i turisti, trasportando lo stupefacente prelevato dall’abitazione/magazzino di Valentino per soddisfare le richieste dei numerosi clienti. In alcuni casi, invece, gli acquirenti più fidati si recavano direttamente a casa. In una circostanza la droga è stata recapitata ad un gruppo di ragazzi direttamente in spiaggia. Durante l’indagine sono stati effettuati, ai fini di riscontro probatorio, sei arresti in flagranza, con il complessivo sequestro di oltre 106 grammi di cocaina, pari a 530 dosi, 670 grammi circa di hashish, pari a 5300 dosi, e 136 di marijuana. pari a 800 dosi, per un valore totale di vendita al dettaglio di circa 15.000 euro.

Di straordinaria rilevanza è il risultato ottenuto dalla “Squadra Stato” in ordine all’aspetto patrimoniale. Lo stesso G.I.P.. infatti, concordando con la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di una serie di beni per un valore totale di circa 350.000 euro, tra cui l’appartamento di Margherita di Savoia utilizzato come base operativa, conti correnti e polizze assicurative, e due autovetture, tutti riconducibili alla famiglia Valentino, in quanto ritenuti frutto degli illeciti guadagni ottenuti con lo spaccio delle sostanze stupefacenti, essendo emersa, nel corso delle indagini. una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni invece effettivamente posseduti. “Qualunque attività sarà accompagnata da accertamenti patrimoniali”, assicura il procuratore capo Ludovico Vaccaro. “Deve essere chiaro a tutti che il crimine non paga: la prospettiva è una vita di povertà”.

Dopo le formalità di rito, tutti gli arrestati sono stati condotti le proprie abitazioni dove rimarranno agli arresti domiciliari. In queste ore sono tuttora in corso numerose perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica su tutta l’area garganica e nella zona del basso Tavoliere, oltre che le attività burocratiche riguardanti i sequestri patrimoniali operati a Margherita di Savoia.

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