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Cronaca Manfredonia

Operazione antimafia 'Omnia Nostra' sul Gargano: il Tribunale del Riesame di Bari rigetta i ricorsi degli indagati

Il Tribunale del Riesame di Bari ha rigettato i ricorsi presentati dai legali degli indagati dell'operazione 'Omnia Nostra' eseguita dai carabinieri del Ros alle prime luci dell'alba del 7 dicembre

Sono stati tutti rigettati i ricorsi formulati al tribunale del Riesame di Bari dagli indagati dell'operazione antimafia denominata 'Omnia Nostra' eseguita alle prime luci dell'alba del 7 dicembre dai carabinieri del Ros con il supporto in fase esecutiva dei comandi provinciali territorialmente competenti e dei ‘Cacciatori di Puglia’, che ha portato all'arresto di 32 persone e all'informazione di garanzia per altri 16 soggetti (i dettagli qui). Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa aggravata dalla disponibilità di armi, traffico di stupefacenti, tentato omicidio, porto abusivo e detenzione di armi, intestazione fittizia, autoriciclaggio, favoreggiamento personale, estorsioni, truffe aggravate, furto aggravato e ricettazione. 

Reati aggravati dal metodo mafioso e compiuti al fine di agevolare l’attività del gruppo criminale operante sul Gargano tra Manfredonia, Mattinata, Vieste e Monte Sant’Angelo, frazione di Macchia. I ros avevano eseguito 13 provvedimenti di sequestro preventivo di beni mobili e immobili e, per equivalente, fino alla concorrenza complessiva di 6 milioni 945 mila euro circa, quale quantificazione del profitto dei reati accertati negli specifici settori (i nomi e i ruoli).

Emblematica era stata la frase proferita da Pietro La Torre - considerato l’organizzatore dell’associazione mafiosa con funzioni di raccordo tra i vertici e le diverse articolazioni territoriali del sodalizio e di coordinamento delle attività svolte dal sodalizio - nel corso di una delle conversazioni captate durante la fase d’indagine in cui, a riscontro della tracotante supremazia del gruppo criminale nel comparto della pesca, affermava perentoriamente: "Il Mare è nostro".

Il Tribunale del Riesame di Bari, all'udienza del 23 dicembre, aveva parzialmente accolto il ricorso presentato dall'avvocato di Pasquale Leibu, annullando l’ordinanza del Gip di Bari relativamente al capo a) della rubrica accusatoria. In conseguenza di tale provvedimento, per il 40enne di Manfredonia è caduta l’accusa di aver preso parte ad una associazione mafiosa (continua a leggere).

Nell'ordinanza di circa 2mila pagine a firma del gip Marco Galesi, anche il tentativo di Matteo Lombardi e Pietro La Torre, di vendicare l'omicidio del boss Mario Luciano Romito. Sono cioè accusati di essere i mandanti del tentato omicidio di Giovanni Caterino, il basista della strage di San Marco in Lamis - ritenuto vicino al clan Li Bergolis - condannato all’ergastolo il 30 novembre dello scorso anno per il quadruplice omicidio di Mario Luciano Romito, del cognato Matteo De Palma e dei fratelli Luigi e Aurelio Luciani, avvenuto in agro di Apricena nei pressi della stazione ferroviaria dismessa di San Marco in Lamis il 9 agosto 2017.

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