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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Arrestati novelli 'Bonnie e Clyde', traditi dal gesto del braccio: così un foggiano e la sua complice rapinavano i tassisti

Un uomo originario della provincia di Foggia e una donna sonos stati arrestati a Milano con l'accusa di aver compiuto almeno tre rapina ai danni di alcuni tassisti

Il copione era ormai consolidato. Lei che entra nel taxi, possibilmente fermato in strada senza prenotazione. Lui che blocca la portiera, punta il coltello contro di lei e contro l'autista per afferrare il bottino. E poi la fuga, ognuno in una direzione diversa, per sviare ancora di più gli investigatori. E il piano, evidentemente, era funzionato perché per quasi un mese i poliziotti hanno battuto la pista sbagliata, ma alla fine a tradire i novelli Bonnie e Clyde, lei milanese e lui foggiano, è stato un semplice gesto, un cenno con un braccio che non è sfuggito agli agenti e che ha permesso loro di dare un volto agli autori di quei blitz. 

Gli agenti del commissariato Porta Genova, guidati dal dirigente Manfredi Fava, hanno arrestato venerdì sera il 51enne foggiano e una 47enne senza fissa dimora. I due sono accusati di aver commesso tre rapine a tassisti tra agosto e ottobre e sono finiti in cella in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare. 

Il lavoro della polizia era iniziato poco dopo la mezzanotte del 29 agosto, quando un tassista era stato rapinato in via Arena, a due passi dai Navigli. Il conducente aveva raccontato di aver fatto salire a bordo una donna, che poi era stata minacciata con un coltello puntato alla gola da un rapinatore, che aveva fatto lo stesso con lui ed era scappato con 500 euro in contanti. 

Gli agenti avevano accertato che a prenotare l'auto bianca era stato un uomo, un tassista amico della 47enne. Per circa trenta giorni i poliziotti hanno cercato riscontri su quell'uomo, ma alla fine hanno appurato che lui era effettivamente all'oscuro di tutto e che, su richiesta della donna, le aveva semplicemente chiamato un taxi, "sfruttando" il suo lavoro. 

Così, gli investigatori hanno riguardato le immagini riprese da una telecamera di via Arena e hanno notato che il rapinatore e la finta vittima erano in realtà complici, tanto che lui le aveva fatto un cenno con la mano poco prima che lei salisse sull'auto bianca. 

Quel blitz, identico nei modi e nei tempi, si era poi ripetuto il 16 ottobre in via Scaldasole - a due passi da via Arena -, ma il tassista aveva reagito ed era riuscito a riprendersi il portafogli con 300 euro all'interno. 

Il 1 ottobre invece, stando alle ricostruzioni dei poliziotti, i due erano andati a segno in piazza Axum e poco dopo si erano fermati in piazzale Brescia pagando due caffè, due brioche e un pacchetto di sigarette con un bancomat rubato poco prima al tassista.

A quel punto, però, i poliziotti sapevano già tutto di loro: avevano trovato i loro nomi, avevano intercettato il loro traffico telefonico e avevano fatto vedere le loro foto alle vittime, che avevano riconosciuto la coppia. 

Le manette per i fidanzati sono scattate venerdì sera. Lei è stata fermata appena scesa dal tram 3: gli agenti in scooter hanno seguito il mezzo Atm e al momento giusto sono intervenuti. Lui, invece, è stato fermato nella sua casa di Sedriano: cinque minuti prima dell'arresto aveva commesso un furto in un supermercato. 

Furti e rapine, in effetti, sembrano essere la specialità dei due. Lei - stando a quanto riferito dalla Questura - nel 2016 era stata arrestata perché accusata di aver messo a segno sedici colpi in alcune banche tra Parma e Piacenza ed era stata sottoposta alla libertà vigilata fino a pochi mesi fa. Lui, invece, era tutt'ora sottoposto all'obbligo di firma dopo l'ultimo arresto del 4 settembre scorso, quando era stato bloccato mentre svaligiava una casa. 

Secondo le ricostruzioni degli investigatori, i due - entrambi senza lavoro ed entrambi con un "discreto" curriculum criminale - spendevano i soldi delle rapine in cocaina, che acquistavano subito prima o subito dopo i blitz.  

Al momento gli investigatori li ritengono responsabili di tre colpi, ma - la riflessione del dirigente Manfredi Fava - "non è escluso, anzi, che possano aver messo a segno altre rapine".

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