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Cronaca Monte Sant'Angelo

'Macchia bianca', 6 arresti sulle tracce della cocaina: scardinata filiera violenta e smantellato market per 'fedelissimi'

Doppia operazione messa  a segno all’alba di oggi dai carabinieri delle compagnie di Manfredonia e San Severo, con il coordinamento della Procura di Foggia e il supporto dei reparti speciali dell’Arma

Due operazioni distinte nella sostanza e nella geografia (una riguarda il territorio di Manfredonia, l’altra a San Severo), ma entrambe concretizzate seguendo le tracce, importanti, dei traffici di cocaina nel Foggiano. E’ l’operazione ‘Macchia Bianca’, messa a segno all’alba di oggi dai carabinieri delle compagnie di Manfredonia e San Severo, con il coordinamento della Procura di Foggia e il supporto dei reparti speciali dell’Arma.

Sei, nel complesso, le persone arrestate: sono tutti soggetti indagati, a vario titolo, dei reati di sequestro di persona, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e tentata estorsione nonché detenzione di armi clandestine per il filone sipontino; detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, continuata e in concorso, nel filone sanseverese.

L’operazione di Manfredonia, in particolare, va a scardinare una violenta filiera dello spaccio di cocaina, dal fornitore al pusher al dettaglio. Affari portati a termine con spropositata ferocia, giungendo anche a ‘punire’ -sequestrando, aggredendo fisicamente e minacciando con un fucile puntato in volto  - un acquirente che decide di cambiare fornitore. A San Severo, invece, è stato smantellato l’ennesimo ‘market’ della droga, ricavato in una sala condominiale di uno stabile di edilizia popolare, alla periferia della città. L’operazione si inserisce nel solco delle attività antidroga messe a segno nelle ultime settimane dall’Arma (dall’operazione ‘Fortino’ all’operazione ‘Tamagotchi’, che hanno portato a numerosi arresti), la seconda dall’arrivo in Capitanata

La tranche sipontina trae origine dall’arresto in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale, effettuato nell’agosto 2021, a carico di un 22enne del luogo, all’epoca incensurato, trovato in possesso di 19 ‘cipolline’ di cocaina pronte per essere cedute nella ricca piazza di spaccio in zona ‘Monticchio’, a Manfredonia (stimato un business giornaliero dai 500 al 1200 euro giornalieri). Dai movimenti del giovane (nella cui abitazione è stata recuperata anche sostanza da taglio, due petardi e un tirapugni) i militari sono riusciti a risalire al fornitore - un 25enne pluripregiudicato del posto - che si imponeva come piazzista esclusivo della zona, anche grazie alla collaborazione di un 32enne sipontino, il terzo uomo attinto dalla misura cautelare in carcere.  

Quando, infatti, il giovane ha deciso si rivolgersi ad un altro fornitore, ritenendo la qualità della partita di stupefacente da piazzare scadente, è stato sequestrato all’interno di un casolare in zona ‘Macchia’  e minacciato di morte con un fucile puntato al volto. Il fornitore storico pretendeva - a titolo di risarcimento danno - il pagamento della somma di 5mila euro, ovvero il provento dell’intera vendita della partita concorrente (di qui l’accusa di estorsione). Il peggio è stato evitato solo grazie all’intervento dei militari dell’Arma; una volta liberato - è stato appurato - il pusher ha onorato ugualmente il suo debito nel giro di tre giorni.

La spirale di violenza non si fermava al livello dei fornitori: il pusher ‘sequestrato’, apprese le modalità intimidatorie dai suoi capi, ha a sua volta minacciato a muso duro un proprio acquirente per farsi consegnare la somma di denaro per un debito di droga non pagato. Nel dettaglio, il 22enne è accusato di detenzione e spaccio di cocaina e di tentata estorsione, mentre il venticinquenne e il trentaduenne sono accusati di sequestro di persona ed estorsione. Al fornitore viene contestata anche la detenzione di armi clandestine (le immagini video).

Gli altri tre arresti, invece, riguardano la zona di San Severo, e più precisamente uno stabile in via Mario Carli, dove è stato individuato un ‘market’ della droga ricavato in una sala comune di un palazzo di edilizia popolare. Il locale, gestito dai tre indagati, era videosorvegliato h24 attraverso telecamere e  sentinelle che si alternavano sul posto. All’interno era allestito un tavolo con gli stupefacenti in vendita: cocaina, marijuana e hashish: vi potevano accedere acquirenti ormai fidelizzati o clienti nuovi ma con ‘referenza’ (le immagini video).

Per salvaguardare il ‘market’, gli acquirenti erano tutti allineati su un preciso codice di comportamento: in particolare, in alcune occasioni veniva richiesto un confezionamento accurato della sostanza acquistata in modo da poterla ingoiare in caso di controllo. Dalle intercettazioni e dalle attività tecniche, infatti, è emersa ‘l’intolleranza’ degli stessi verso i massicci controlli delle forze dell’ordine sul territorio sanseverese, in risposta all’impennata di episodi criminali registrata negli ultimi mesi. Il locale, inoltre, era dotato di caditoie  collegate con i garage sotterranei, attraverso le quali potersi disfare velocemente dello stupefacenti in caso di controlli.

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