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Cronaca San Severo

Blitz antidroga sul Gargano, a San Severo e ad Apricena: 26 arresti

Compiuti 26 arresti sul Gargano e nella zona del Tavoliere. Una persona è ancora ricercata. Smantellata una vasta organizzazione con addentellati sparsi anche fuori provincia per un giro di affari di circa 500mila euro

Blitz antidroga - “Quella della droga sembra essere l’unica industria fiorente della nostra zona”. C’è un misto di amarezza, delusione e preoccupazione nelle parole – chiaramente sarcastiche – del procuratore Domenico Seccia che questa mattina ha illustrato i dettagli della maxi-operazione antidroga eseguita all’alba di oggi dai militari del comando dei carabinieri di Foggia e della compagnia di Vico del Gargano, coordinata dalla Procura lucerina.

L’indagine ha permesso di smantellare una organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti che da San Severo (ritenuta il “centro di approvvigionamento”) si espandeva a tutto l’alto Tavoliere, spingendosi fino a lambire il Gargano nord, con addentellati sparsi anche nella provincia di Campobasso, nel Chietino e nel Torinese.

27 le misure cautelari eseguite questa mattina, sulle trenta inizialmente richieste dalla Procura (23 custodie cautelari in carcere e 4 arresti domiciliari; una persona è, al momento, ancora ricercata. Si tratta di soggetti residenti o dimoranti a Rodi Garganico, Ischitella, Carpino, Cagnano Varano, San Nicandro Garganico, San Severo, Apricena, San Paolo di Civitate, San Martino in Pensilis, Lanciano e Torino, 16 dei quali gravati da precedenti specifici.

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Come sempre, sono i numeri a rendere manifesta la rilevanza dell’indagine che ha visto gli inquirenti impegnati per circa 12 mesi (dal gennaio al dicembre del 2011): i numeri sono quelli delle dosi sequestrate di cocaina, hashish e marijuana già pronte per la vendita “al dettaglio” e le 2000 cessioni di droga accertate attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, per un giro di affari stimato di circa 500mila euro.

Non a caso gli inquirenti parlano di “ritmi industriali”, atteso che ad alcuni soggetti indagati sono state attribuite dalle 132 alle 137 condotte di spaccio nel giro di poco tempo. Per questo, in molti periodi dell’anno, gli approvvigionamenti di stupefacente diventavano anche bisettimanali.

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Singolari le ordinazioni che giungevano alla “centrale sanseverese”, su utenze telefoniche intestate a ignari prestanome: dalla “bistecca di carne saporita” - ovvero un panetto di hashish - ai “coccodrilli”, “gattini” e “bulloni” per indicare dosi via via più piccole di cocaina. Meno fantasiose, invece, le locuzioni individuate per richiedere quantità di marijuana, variamente indicata come “tagliaerba” o semplicemente “erba”.

Secondo gli inquirenti, la richiesta sempre crescente di stupefacente da smerciare era diventata negli ultimi tempi talmente importante che il “taglio” dello stesso avveniva in modo molto frettoloso e superficiale (“senza ritegno”, puntualizzano i militari).

Analizzato dagli specialisti dell’Arma infatti, in parte dello stupefacente sequestrato sono state trovate tracce di procaina e benzocaina, sostanze che in determinate quantità potrebbero creare gravissimi problemi al soggetto assuntore.

Le indagini, dunque, hanno permesso di documentare e smantellare un’intensa attività di spaccio di stupefacenti ad opera di un nutrito gruppo di “pusher” – affiliati alla rete o “cani sciolti”, come si definiscono in gergo - soggetti in parte già noti alle forze dell’ordine e assimilabili a tre principali gruppi di spaccio operanti a Rodi Garganico, Apricena e San Martino in Pensilis.

 

 

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