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Cronaca

'Affari' milionari nel Foggiano: tangenti da 10 e 20mila sganciate dagli imprenditori per i lavori al Cara di Borgo Mezzanone

Sarebbero due le 'bustarelle' incassate dall'ex responsabile della sezione regionale della protezione civile, Mario Lerario, arrestato in flagranza di reato il 23 dicembre scorso. Ai domiciliari due imprenditori, di Foggia e di Noci

Le due tangenti da 10 e 20mila euro che sarebbero state consegnate all’ex responsabile della sezione regionale della protezione civile Mario Antonio Lerario, secondo la Procura di Bari sono legate a due appalti da 2,8 e 2,5 milioni di euro, che gli imprenditori di Foggia Luca Ciro Giovanni Leccese e di Noci Donato Mottola, avevano con la protezione civile.

Dalle carte dell’inchiesta a firma del gip Anna Perrelli, sarebbe emerso che i lavori riguardavano prevalentemente l’emergenza Covid e l’accoglienza migranti nel campo di Borgo Mezzanone. Quelli affidati alla Edil Sella dell’imprenditore di Foggia, la messa in sicurezza della sala convegno della biblioteca Magna Capitana, la realizzazione di impianti elettrici, di illuminazione e idrici nel Cara e la realizzazione di una foresteria di 53 moduli abitativi per i cittadini extracomunitari positivi al Covid. E ancora, ci sarebbero la realizzazione di uffici e centrale operativa del numero unico 112 presso la sede dell’aeroporto Gino Lisa e la realizzazione di insediamenti per migranti lavoratori stagionali, sempre in provincia di Foggia.

Sarebbe stato lui a consegnare la busta contente 10mila euro in banconote da 50 euro che i finanzieri hanno trovato nell'auto di Mario Lerario, arrestato in flagranza di reato il 23 dicembre. L'episodio sarebbe riconducibile a una gara per il campo di Borgo Mezzanone. 

Luca Ciro Giovanni Leccese è accusato di corruzione in concorso con l'ex dirigente che durante l’udienza di convalida dell’arresto, in video collegamento dal carcere di Bari, assistito dall'avvocato Michele Laforgia, ha scelto di rispondere alle domande del gip, ammettendo di aver intascato una busta contenente 10mila euro da un imprenditore, negando però pregressi accordi corruttivi.

Da mesi, nella sua auto, erano state installate microspie. Quando i finanzieri lo hanno fermato, aveva ancora con sé la busta chiusa. Anche l'imprenditore, indagato, avrebbe ammesso di aver consegnato la presunta tangente.

Le indagini riguarderebbero almeno altri cinque episodi di presunta corruzione con altrettanti imprenditori coinvolti. La difesa ha chiesto la scarcerazione, mentre il procuratore Roberto Rossi e l'aggiunto Alessio Coccioli hanno insistito per la custodia in carcere. Il giudice per le indagini preliminari non ha concesso a Mario Lerario la misura dei domiciliari.

Con la Dmeco Engineering di Mottola, che lavorava in subappalto anche per Leccese, la Protezione civile regionale aveva in corso appalti per lavori edili e di ristrutturazione di immobili sempre presso il Cara di Borgo Mezzanone, forniture e installazione di strutture prefabbricate mobili di emergenza per pre-triage a servizio e supporto delle strutture ospedaliere. Donato Mottola è accusato di corruzione per un altro episodio, una presunta tangente da 20mila euro che sarebbe stata consegnata sempre a Lerario il giorno prima.

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