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Cronaca Manfredonia

Sequestrato e picchiato per ore, con un fucile puntato in faccia: aveva tradito il suo fornitore esclusivo di cocaina

Liberato dai carabinieri in località Macchia a Monte Sant'Angelo. Tre arresti a Manfredonia, tra cui anche l'ostaggio 22enne che per pagare le 5mila euro chieste per il torto fatto al suo fornitore, aveva minacciato un soggetto dal quale avanzava del denaro

I militari della compagnia carabinieri di Manfredonia, supportati in fase esecutiva dai carabinieri dello squadrone eliportato Cacciatori di Puglia, dei reggimenti carabinieri della linea mobile, con l’ausilio di un elicottero dell’elinucleo di Bari e di quattro unità cinofile per la ricerca di droga, armi e materiali esplodenti, nell’ambito dell’operazione denominata 'Macchia Bianca', hanno eseguito diverse misure cautelari, emesse dal gip del tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di tre persone indagate a Manfredonia a vario titolo dei reati di sequestro di persona, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e tentata estorsione nonché detenzione di armi clandestine, reati accertati nel periodo dal mese di ottobre ad oggi

L’indagine trae origine dall’arresto in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale, effettuato nell’agosto 2021, a carico di un ventiduenne del luogo, all’epoca dei fatti incensurato. In particolare, nella serata del 7 agosto, nel corso di un controllo alla circolazione stradale effettuato da militari della sezione radiomobile della compagnia Manfredonia nei pressi del porto turistico denominato 'Marina del Gargano', il personale operante procedeva al controllo del 22enne, rinvenendo, a seguito di perquisizione personale e veicolare, 19 “cipolline” termosaldate contenenti della sostanza stupefacente del tipo cocaina, ben occultata all’interno del proprio borsello, nonché la somma di oltre 100 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio. A seguito della successiva perquisizione presso il domicilio, veniva rinvenuta anche sostanza da taglio, due petardi, di cui uno artigianale e un tirapugni. Dagli accertamenti effettuati e dagli elementi emersi durante l’arresto, nonché dalle frequentazioni dello stesso, si ipotizzava che il ventiduenne potesse essere dedito ad attività illegale di spaccio di sostanze stupefacenti.

Grazie alle attività tecniche seguite all’arresto in flagranza, è stato accertato il modus operandi per la cessione al minuto della cocaina ai vari acquirenti, nonché il canale di approvvigionamento dello stupefacente. Le confezioni di cocaina, cosiddetta 'cipolline', venivano preparate nel pomeriggio, e la sera venivano occultate in terreni o fioriere in vari punti della città, cosicché l’odierno indagato, il ventiduenne, fosse nelle condizioni di portare al seguito solo una o due 'cipolline' da cedere agli acquirenti, cessioni che avvenivano per la maggior parte nel quartiere Monticchio di Manfredonia. In totale, sono state rinvenute, occultate in terreni e fioriere circa 60 'cipolline' contenenti cocaina, per un volume di affari che si aggirava intorno alle 500 euro al giorno, con punte di 800-1000 euro nei periodi estivi.

È qui che l’indagine si estende anche su altri fenomeni. Al ventiduenne la droga veniva fornita da un 25enne  pluripregiudicato del posto, che si imponeva quale suo unico fornitore, anche grazie alla collaborazione di un 32enne sipontino anch’egli attinto dalla misura cautelare in carcere. La qualità della cocaina, ritenuta di pessima qualità, induceva lo spacciatore, per accontentare la clientela, ad acquistarla da un diverso fornitore, fin quando non veniva scoperto dal suo “fornitore esclusivo”, che per il torto commesso, prima lo attirava e poi lo sequestrava all’interno di un casolare del comune di Monte Sant’Angelo, in frazione Macchia, area rurale, isolata. 

Il giovane spacciatore, che aveva acquistato 100 grammi di cocaina da altri fornitori, veniva infatti privato per ore della libertà personale e costretto a subire insulti, percosse e persino minacce, messe in atto anche con un fucile che gli veniva puntato al volto. Per evitare il peggio, i militari dell’Arma intervenivano tempestivamente liberando l’ostaggio che da ore era costretto a subire la privazione della libertà personale.

Nell’occasione veniva rinvenuto, ben occultato all’esterno dell’abitazione, tra la vegetazione, un fucile cal. 12 a canne mozze con calciolo modificato e matricola abrasa, con molta probabilità l’arma usata per le minacce. Il pusher, “liberato” grazie all’intervento dei militari dell’Arma, è stato poi accertato essere stato costretto a pagare la soma di euro 5mila in contanti quale prezzo dell’affronto.

Anche il “sequestrato”, avendo appreso le modalità intimidatorie messe in atto dai suoi sodali e comunque forte dell’appoggio di questi, con i quali aveva sanato la mancanza restituendo per intero la somma di 5mila euro in tre giorni, a sua volta ha minacciato un proprio acquirente per farsi consegnare la somma di denaro per un debito di droga non pagato. 

Le indagini svolte dai militari del Norm della compagnia di Manfredonia, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno permesso di interrompere tutta una serie di condotte violente e pericolose, messe in atto anche attraverso l’uso delle armi, che si annidano dietro il mondo degli stupefacenti.  Il ventiduenne è accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e di tentata estorsione, mentre il venticinquenne e il trentaduenne sono accusati di sequestro di persona ed estorsione a carico del loro pusher ventiduenne. Inoltre, il venticinquenne è accusato anche di detenzione di armi clandestine.   


 



 

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