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Cronaca San Severo

Blitz nel triangolo della droga, tra cocaina al Levamisolo e marijuana dagli effetti speciali: 35 arresti

Il blitz del carabinieri ha colpito 35 persone (20 in carcere) ritenute responsabili di spaccio di stupefacente nell'area a nord della provincia ricompresa tra i comuni di San Severo, Lesina e San Nicandro Garganico

San Severo, Lesina e San Nicandro Garganico: è questa la triangolazione della droga, in provincia di Foggia. Questi i canali di approvvigionamento per cocaina, hashish e marijuana in grandi quantità e di grande qualità, in grado di richiamare in zona anche spacciatori di Sant’Ambrogio di Valpolicella, piazza del Veronese, per rifornirsi in Capitanata.

E’ quanto scoperto dai carabinieri del comando provinciale di Foggia che, all’alba di oggi, unitamente a personale del comando provinciale di Bari, del Nucleo Elicotteri di Bari e del Nucleo Cinofili di Modugno hanno dato esecuzione a 35 misure cautelari personali nei territori di San Severo, San Nicandro Garganico, Foggia, e Sant’Ambrogio di Valpolicella (Verona).

LE FOTO E I NOMI DEGLI ARRESTATI

La maxi operazione nasce da una complessa e articolata indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, che ha portato all’emissione dell’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 35 persone (20 in carcere, 12 agli arresti domiciliari e 3 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) ritenute responsabili di numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti ed uno, il principale protagonista dell’attività investigativa, anche del reato di estorsione ai danni di suo abituale acquirente.

VIDEO BLITZ NEL TRIANGOLO DELLA DROGA

L’indagine ha tratto spunto da alcune risultanze emerse nel corso di altra attività portata in esecuzione il 4 ottobre scorso, a carico di alcuni elementi di spicco del clan Moretti con l’operazione Reckon. I numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento hanno nel tempo fruttato numerosi riscontri con conseguenti sequestri di importanti quantitativi di sostanze stupefacenti, portando alla luce l’esistenza di una fitta e articolata rete di spaccio di stupefacenti nei comuni di San Severo, San Nicandro Garganico, Lucera, Lesina, Chieuti e perfino nel comune veneto di Sant’Ambrogio di Valpolicella.

Le indagini hanno evidenziato l’esistenza di diversi gruppi delinquenziali che, operando in perfetta autonomia, hanno avuto quale unico scopo quello di trarre profitto dalla vendita illegale di varie tipologie di droghe (in particolare cocaina e marijuana, ma anche eroina). E’ proprio da tale attività illecita che gran parte degli indagati traeva l’unica fonte di reddito, curando le diverse fasi che andavano dalla produzione (per ciò che riguarda la marijuana), al confezionamento e all’avvio delle trattative volte a stabilire il prezzo, il trasporto e le modalità di consegna delle sostanze stupefacenti.

IL BUSINESS A SEI ZERI NELLA CAPITANATA STUPEFACENTE

Nel centro abitato di San Nicandro Garganico, la vendita degli stupefacenti era curata essenzialmente da due gruppi criminali che, operando in perfetta autonomia, si erano strutturati su base verticistica, dove i capi curavano sia le singole trattative con i fornitori per il reperimento della materia prima a prezzi sempre più concorrenziali, sia i rapporti con gli acquirenti per definire modalità di consegna e la tempistica nei pagamenti. Oltre a questi elementi di spicco è stata appurata l’operatività di una lunga serie di altri soggetti che si rivolgevano ai principali protagonisti dell’indagine per acquistare importanti quantità di stupefacente destinato a coprire le restanti “fette” di mercato dello spaccio in San Severo, San Nicandro Garganico e nei vicini centri abitati.

Nel corso delle indagini sono già state arrestate 7 persone in flagranza di reato, documentate numerose cessioni di stupefacente, sequestrate tre pistole, un fucile a pompa e tre kalashnikov  di illecita provenienza con relativo munizionamento, 12 Kg di hashish, 2 Kg. di cocaina, 60 grammi di eroina e circa 10 Kg di marijuana e alcune micce esplodenti. Le numerosissime dosi ottenibili dallo stupefacente sequestrato (nel numero di diverse migliaia), hanno dimostrato come consistente e parimenti redditizio fosse il giro d’affari in cui sono risultati coinvolti gli indagati.

Sconcertante e assolutamente allarmante è il dato emerso dalle analisi di laboratorio sulla cocaina sequestrata poiché, quale sostanza da taglio, è stato appurato l'utilizzo del Levamisolo, un farmaco antineoplastico usato per il trattamento del cancro del colon e come antiparassitario in veterinaria che potenzia esponenzialmente gli effetti malevoli per la salute; nello specifico, come si evince dal Bollettino del Laboratorio Tossicologico di Riferimento Nazionale della Seconda Università di Napoli, “l’ingestione di cocaina adulterata con Levamisolo può ridurre notevolmente i globuli bianchi sopprimendo la capacità dell’uomo di combattere le infezioni, sviluppando rapidamente infezioni anche fatali”.

Ulteriore particolarità riguarda il fatto che alcuni degli indagati, nel corso delle attività tecniche, si vantano di movimentare la Lemon Haze, ovvero una varietà di marijuana particolarmente pregiata, dal sapore intenso e deciso che ricorda il limone e che è in grado di provocare degli "effetti potenziati dal punto di vista psichedelico, soprattutto sull’aspetto della socialità e della creatività". Gli stessi indagati stavano valutando la possibilità di importare dei semi di Lemon Haze direttamente dall’Olanda per avviare coltivazioni in Capitanata.

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