rotate-mobile
Cronaca

Oss preoccupati dopo un articolo di Foggiatoday: "Stiamo attenti". Il collega: "Finché mettono le telecamere..."

L’indagine, che stamattina ha portato all’arresto di 30 persone, ha evidenziato non solo la metodicità delle condotte violente in danno di pazienti psichiatrici, ma anche la sfrontata sicurezza di alcuni dipendenti, convinti che le loro azioni non sarebbero mai venute fuori dalle mura del reparto

“L’operazione ‘New Life’, che segue di pochi mesi il caso analogo presso la struttura ‘Stella Maris’ di Manfredonia, ci obbliga alla massima attenzione verso il problema di gestione dei livelli di assistenza delle persone in stato grave stato di bisogno, fragilità e vulnerabilità”, ha tuonato questa mattina il procuratore capo Ludovico Vaccaro, illustrando i risultati dell'inchiesta.

L’indagine, che stamattina ha portato all’arresto di 30 persone - tra infermieri, oss, educatrici e prestatori d’opera - impiegate nella sezione femminile dell’ex Ortofrenico del Don Uva, ha evidenziato non solo la metodicità delle condotte poste in essere in danno di pazienti psichiatrici, ma anche la sfrontata sicurezza di alcuni dipendenti, convinti che le loro azioni non sarebbero mai venute fuori dalle mura del reparto.

Un aspetto che emerge nelle 314 pagine dell’ordinanza, firmata dalla Gip Marialuisa Bencivenga, che cristallizza non solo i vari episodi contestati, ma passa in rassegna i singoli profili di responsabilità dei vari indagati. In una delle intercettazioni captate, in particolare, due indagati commentano la vicenda raccontata da FoggiaToday, che ha visto coinvolti quattro colleghi della Rsa Stella Maris di Manfredonia.

"Hanno arrestato a quattro oss di Manfredonia in una Rsa. Ci stavano due che picchiavano i malati. E’ arrivata una telefonata anonima, una lettera anonima, hanno messo le microspie e li hanno acchiappati. Ma non solo il fatto sessuale, pure il modo di trattarli, le parolacce: ci dobbiamo stare attenti”, spiega uno dei due indagati, condividendo l’articolo di FoggiaToday con il collega e mostrando preoccupazione per quelle che ritiene 'condotte scherzose': "Uagliò qua non si può scherzare più, oh vedi per scherzare per fare una battuta".

L’altro sminuisce prontamente il rischio: “Vabbè ci deve stare sempre una denuncia", con la consapevolezza che i degenti in cura nella struttura sono incapaci di riferire vessazioni e abusi subiti.

Riprende quindi il collega: "Hanno fatto l'esposto, hanno mandato una lettera anonima e poi gli hanno mandato una pennetta con i video e gli audio. E come se tu mo' ti metti a parlare e io ti registro oggi, ti registro domani, poi quando mi sono rotto il xxxxx e dico ‘mo' ce la devo far pagare’, mettono sopra una penna e ce li mandano, conoscono la voce tua ... oh che ci dici è fesso, oggi non si scherza più".

All'espressione timorosa del collega, l'oss risponde con strafottenza: "e se ....mettile (le microspie, ndr)”.

Indagati insospettiti hanno scoperto le microspie

In un altro passaggio, invece, un altro oss, “assume un comportamento inumano, colpendo più volte una degente con dei pugni sulla fronte”, si legge nell’ordinanza. Il tutto con la certezza di restare impunito: " ... Ma che sei convinta che stanno le telecamere? ... io ti do in fronte .... io ti do in fronte ... io ti uccido di mazzate", replica a muso duro contro la vittima di violenza. Tutto ciò mentre un’altra paziente assiste impotente alla scena e cerca di soccorrere la malcapitata nell'unico modo a lei possibile, ossia urlando: " ...cattivi ... cattivi...". L’accaduto, si legge nel documento, avviene alla presenza di un infermiere e di una oss che non intervengono in alcun modo, né difendendo la paziente inerme, né arginando la furia del collega.

Ancora, quando l’indagine prende corpo, e gli indagati iniziano a sospettare di essere videoripresi o intercettati, gli stessi “avviano una vera e propria caccia artigianale a cimici e microcamere”, spiega il procuratore aggiunto Silvio Guarriello, che ha coordinato le indagini. “In alcuni casi sono riusciti a intercettare e neutralizzare i dispositivi, girando delle telecamere o danneggiandole”, ha spiegato.

L’intera operazione, infatti, è stata resa possibile proprio grazie alle intercettazioni ambientali e ai filmati video raccolti nei corridoi, nelle stanze e nelle aree comuni della struttura: “Abbiamo operato su una scena del crimine blindata e inaccessibile”, puntualizzano dalla Procura (continua a leggere).

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Oss preoccupati dopo un articolo di Foggiatoday: "Stiamo attenti". Il collega: "Finché mettono le telecamere..."

FoggiaToday è in caricamento