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Cronaca

Commercialista foggiana agli arresti domiciliari. Interdetta dalla professione ha violato l’ordine del tribunale: "Pericoli di recidiva"

La professionista foggiana ha proseguito, nonostante la misura interdittiva in atto, l’attività di delegata alle vendite giudiziarie violando la misura cautelare a cui era stata sottoposta. L'amministratrice giudiziaria era stata arrestata il 30 marzo e rinviata a giudizio il 22 luglio

Nuovi guai per Jessica Coco, la commercialista interdetta dalla professione viola l’ordine del tribunale e torna ai domiciliari. I finanzieri del comando provinciale di Foggia, infatti, hanno eseguito ieri un’ordinanza di aggravamento di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa, su istanza della Procura della Repubblica, dalla seconda sezione penale del Tribunale di Foggia nei confronti della professionista foggiana, per aver violato la misura cautelare dell’interdizione dall’esercizio della “professione di commercialista e/o di consulente da svolgere per conto dell’autorità giudiziaria e comunque della Pubblica Amministrazione”.

La professionista era stata posta ai domiciliari lo scorso 30 marzo con l'accusa di aver commesso più illeciti penalmente rilevanti nella sua qualità di amministratrice giudiziaria. Successivamente il Tribunale di Bari, in funzione di giudice di appello, aveva sostituito la misura con il “divieto di esercitare per un anno la professione di commercialista, imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, interdicendo tutte le attività ad essa inerenti.

Lo scorso 23 luglio era intervenuta un’ulteriore modifica della portata interdittiva della misura cautelare - quella in atto fino a ieri - che era stata adottata dal Gip del Tribunale di Foggia sulla “dichiarata avvenuta revoca di tutti gli incarichi ricevuti dall’Autorità giudiziaria e dalla Pubblica Amministrazione”. Ma la professionista “ha proseguito, nonostante la misura interdittiva in atto nei suoi confronti, l’attività di delegata alle vendite giudiziarie” così violando la misura cautelare a cui era sottoposta.

Motivo per cui il Tribunale ha ritenuto che la misura in aggravamento degli arresti domiciliari, da applicarsi cumulativamente alla misura interdittiva in atto, fosse, “l’unica in grado di fronteggiare i pericoli di recidiva” dell’imputata, “incapace di orientare e uniformare la propria condotta agli ordini impartiti dall’autorità giudiziaria”.

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